Quasi sovrapponibili le date della scorsa edizione (21 e 22 Giugno 2014) con quelle della nuova edizione di quest’anno 20 e 21 Giugno 2015 che, a detta degli esperti, sembra avere in comune proprio solo questa coincidenza.
Quella di quest’anno infatti sembra essere una vera e propria rivoluzione imperniata nel deciso passaggio della rievocazione da una base precisamente storica che ne ha caratterizzato tutte le precedenti edizioni ad una più impostata al “fantasy” e alla libera interpretazione.
Scrivere quindi come sempre avevamo fatto che la rappresentazione si basi su un fatto storico ben preciso e dettagliato rischia di essere un errore anche se comunque resta inconvertibile la vericidità storica dell’assedio della citta nel 1613 da parte delle truppe di Carlo Gonzaga, duca di Never(erede di Francesco Gonzaga, Duca di Mantova morto l’anno prima) che voleva strapparla al controllo di quelle di Carlo Emanuele I° di Savoia
Carlo Gonzaga, forte sulla consistenza delle proprie truppe, sia fanteria e cavalleria, e sull’utilizzo dei cannoni diede per certa una facile vittoria sull’esigua guarnigione di soldati dei Savoia, rimasta a custodire la città, mai più immaginando che la caparbietà, il coraggio e lo spirito di sacrificio della popolazione canellese che gli si oppose fossero in grado di ribaltare la situazione a suo sfavore Quindi come si diceva la rievocazione storica è soprattutto l’occasione per ribadire l’orgoglio dei cittadini per la propria storia e il senso di appartenenza e l’amore per le proprie radici
La valenza più suggestiva ed accattivante della manifestazione è la grande capacità degli organizzatori che con l’indispensabile supporto di praticamente tutta la popolazione di ricreare un atmosfera curata in tutti i dettagli tipicamente seicentesca che avvolge,contagia e coinvolge il turista al punto di inserirlo come attivo protagonista della manifestazione.
La novità del “fantasy” se pur legata a serie ragioni legate agli inevitabili tagli(pare 20.000 euro) che l’amministrazione comunale ha dovuto apportare al budget finanziario non ha mancato di sollevare molte polemiche e critiche, soprattutto da coloro(in primis Gianluigi Bera) che avevano ideato 23 anni or sono la manifestazione, improntandola appunto sulla rigorosa verità storica.
Per loro la necessaria eliminazione delle battaglie, dello scontro finale e del conseguente spettacolo pirotecnico, la netta riduzione della partecipazione di gruppi storici e di altre presentazioni non costringeva l’organizzazione ad un distacco così netto dalla storia vera ed un salto così deciso nell’invenzione fantastica. Bastava, secondo il loro punto di vista, appoggiarsi alle tante documentazioni e sfruttare i numerosi fatti veramente successi durante l’assedio per rimbastire una vicenda al contempo storicamente vera e modernamente affascinante.
Gli organizzatori invece, di rimando sottolineano la necessità di trovare alternative di forte richiamo e di coinvolgimento del pubblico e sostengono che la nuova atmosfera da “fiction televisiva”, ben congegnata, avrà un notevole successo.
Ovvio che, nel momento in cui si organizza un evento così grandioso, il successo e l’affluenza del pubblico siano esigenze prioritarie, però dando per scontata l’affermazione degli organizzatori su questa auspicabile garanzia di successo un po’ l’amaro in bocca resta pensando di trasformare una rigorosa ricostruzione di eventi realmente accaduti , basati su una corretta ricerca e studio di tanti documenti, in una rappresentazione scenica fantasiosa che se anche curata e, come da sempre è nella tradizione teatrale italiana, di ottimo livello resta comunque sempre quella.
E poi mi chiedo se questo ribaltamento non è in conflitto appunto con quel senso dei valori, orgoglio di appartenenza, amore per la propria storia tipica come si diceva della popolazione canellese. Insomma da rievocatori a teatranti il salto rimane grosso.
Detto questo ribadisco comunque più che comprensibile la necessità sia di mantenere vivo l’interesse per questa magnifica festa, sia di copertura del budget che garantirà, si spera, le successive edizioni. Esigenza che con la pesante crisi economica di questi anni ha sostituito nel nostro piccolo privato come nel pubblico ogni altro valore o priorità e pensiero