Cognome Schiappacasse: Presenze in Italia
Ci sono circa 82 Schiappacasse in Italia. (sito Cognomix. it)
Schiappacasse in base alla ricerca del sito Cognomix, a parte qualche presenza isolata in Piemonte, Lombardia, Trentino e Lazio è tipico della Liguria(con 77 presenze) e più nello specifico del genovese.
Sull’origine del cognome non tutte le ricerche concordano. Secondo alcuno studiosi tra cui il De Felice, uno dei più autorevoli etimologisti italiani, il cognome nasce su un soprannome legato ad una precisa e particolare attività portuale, quella del manovale incaricato di aprire le casse di legno degli imballaggi arrivati al porto con le navi e trasferiti poi nei magazzini adiacenti.
La solita moglie: ” Beh in quanto a Schiappa non ci sono dubbi”
Base etimologica e genealogica
Dal dialetto “sciapa” o “scepa“(rompere, spaccare)
Questa ipotesi è però recentemente messa in discussione da un indagine che pare sia stata effettuata fra gli abitanti della zona, in primis gli anziani (per ovvie ragioni i più esperti del dialetto del luogo) che confermano come il termine italiano “casse” nel dialetto tipico genovese indichi i mestoli mentre l’equivalente dell’italiano casse è “casce“.
Questa traduzione dialettale è confermata anche nell’entroterra, compreso quella montagnosa, dove la cassa diventa “cascia”e la “cassa” o cazza è appuno il mestolo.
D’altronde anche nel dialetto piemontese langarolo “na coza”(pronunciata con z dolce) è “un mestolo”, “na coscia” è “una cassa”.
Quindi lo “Schiappacasse” sarebbe un “rompimestoli“, nato come soprannome affibbiato in senso ironico e polemico a qualche personaggio troppo curioso ed intrigrante, un rompiscatole(per restare in tema) ed anche in senso lubrico dove “mestoli”diventa sinonimo di “cazzi”(legato forse alla particolare forma dello strumento).
Chi sostiene questa tesi fa notare anche come “sciapa” significhi precisamente “spaccare” e che quindi non può stare con “aprire” per cui è perlomeno strano ritenere che i manovali addetti all’apertura fossero soliti “spaccare, rompere” questi imballaggi in legno invece di aprirli (schiodare) per cui, secondo queste considerazioni, sarebbe accettabile uno “schiodacasse” ma non uno “schiappacasse”.
Siccome non ci sono documentazioni precise, resta difficile decidere quali delle due tesi sia la più verosimile.
Io personalmente propendo, anche se considero possibile anche l’altra, per la tesi del De Felice per alcuni motivi.
- Primo per l’indiscutibile competenza in materia dello studioso.
- Secondo: la considerazione che “rompimestoli” anche nel doppio senso attribuitogli resta abbastanza insolito e inusuale.
- Terzo: bisogna anche considerare che una buona parte degl’imballaggi in legno usati nel trasporto marittimo sono realizzati, per stare nei costi, con l’unica prerogativa da rispettare la robustezza e la funzionalità.
- Proprio per questo motivo nella realizzazione si utilizzano legnami di poco pregio ed una lavorazione grossolana con una chiodatura ed altri fissaggi molto pesanti per cui la priorità dei lavoranti non era certo la salvaguardia del manufatto ma la rapidità nello smontaggio dovendo, per convenienza economica, far presto, forzare, rompere, “spaccare“le casse.
- Quarto: Anche la spiegazione del sito “www. etimo. it” del verbo “schiappare” sulla radice di base “sclap” che richiama foneticamente il suono di una cosa che si rompe, che viene percossa tant’è vero che il derivato “schiappa” ha il preciso significato di scheggia di legno in assonanza con “scappia“(scheggia di pietra).
Inoltre bisogna anche considerare oltre alle comuni italianizzazioni di soprannomi compiute negli studi notarili, all’epoca, gli errori di trascrizione, erano all’ordine del giorno per cui non è da scartare che Schiappacasse sia una di queste mutazioni di un soprannome che faceva originariamente “Schiappacasce“