Il mio dottore della “mutua”
Oggi un articolo trovato sulla rivista Langa Astigiana mi ha, per l’ennesima volta, rinfacciato quasi con veemenza un dei miei difetti che forse più di tutti faccio fatica a controllare.
Si tratta praticamente della congenita presunzione con cui pretendo di capire le persone e di cogliere la loro essenza spirituale ed umana semplicemente da un gesto, una frase,un espressione e quindi di inquadrarle e collocarle nel mio archivio personale di stereotipi.
E’ ovvio che, quasi tutte le volte che, per un motivo o l’altro ho poi conosciuto meglio quelle persone mi sono dovuto ricredere e recitare il mea culpa……
Ero un ragazzino quando ho conosciuto il dott. Luciano Migliora, se non vado errato la prima volta è stato in occasione dell’incidente in bicicletta, quando avevo 11 anni nel quale sono letteralmente volato in aria per metri con la bici scendendo a rotta di collo da Cassinasco verso Bubbio.
Infatti purtroppo nel mio percorso ho incrociato un grosso, irremovibile paracarro che ha bruscamente frenato il mio giovanile impeto . Da allora i nostri rapporti non sono mai andati oltre i confini professionali ma essendo lui il medico della mutua di tutta la famiglia, prima del suo pensionamento ci siamo incontrati diverse volte.
L’ho sempre ritenuto e anche sostenuto in presenza di suoi tanti degrinatori che lo tacciavano di leggerezza e menefreghismo, un professionista serio e un valente medico ma in tutta sincerità, forse per quella sua aria severa, la scarsa propensione al sorriso e la battuta, il portamento consono alla sua professione sul piano umano mi ha sempre dato l’impressione di un tipo freddo e un pò insensibile.
Poco incline quindi ai coinvolgimenti emotivi ed affettivi e di conseguenza l’ho sempre visto come uomo di scienza un pò al di sopra delle parti, distaccato dal ciarpame dei comuni mortali, esente da conflitti etici e morali, lontano da struggimenti e pensieri filosofici.
Nuovo, inevitabile, penoso mea culpa, chiedo scusa dott. Luciano, chiunque legga il suo articolo comprende al volo quanto io sia stato ancora una volta superficiale e lontano dalla verità, il suo articolo a parte il fatto che sia interessante, chiaro e corretto è pieno di grande umanità, di profondo senso dell’etica e del valore dei sentimenti e della famiglia come veicolo di tramandazione di quei valori senza i quali la vita umana non ha alcun senso.
Stralci dell’articolo del dottore
E bravo dutur, toi surprendime(E bravo dottore, mi hai sorpreso) Mi permetta un solo appunto, non sono “riflessioni semiserie” e non è detto che siano “certamente Inutili” Riporto per conoscenza qualche breve stralcio dell’articolo del dottore ed invito tutti quelli che ne avranno l’occasione ad andare a leggerlo su Langa Astigiana Num 1 Gennaio 2011 Pag 4:
“Evito di dire “meno felici” e c’è una ragione, nell’ottica del benessere materiale è indubbio è ovvio che le attuali condizioni siano indicibilmente migliori di quelle riservate alla nostra infanzia- grande affresco della miseria contadina che è stato “L’albero degli zoccoli”– Però quel mondo non è stato solo severo- e lo faceva bello in dispetto della vita grama- Poteva essere l’attesa di un Natale-la riscoperta della Primavera- il ritorno della rondine al vecchio nido- il cestello pasquale- le cacce alle lucciole.
I nostri bambini hanno molto, un alimentazione ricca-centimetri di statura- cure migliori-una nocurante confidenza con ausili tecnici che a noi adulti richiedono una spaesante impegno- questo e molto altro è loro riservato dal terzo millennio e questo è un bene, ma dove sarà il discrimine tra molto e troppo?? – la lusinga pubblicitaria e la pigrizia delle mamme- interi guardaroba di capi griffati- montagne di balocchi tecnologici logici- non è la strada più sicura per spegnere in loro ogni desiderio e con il desiderio l’immaginazione- Il dubbio si avverte come un lieve retrogusto amaro in talune ricorrenze come il Natale- un occasione propizia per gli adulti consumatori coatti per contrabbandare lo scialo come generosità, l’inutile come necessario adeguamento ai tempi; ma concedere cittadinanza all’equivoco che “tutto e subito” sia la regola e che la vita si possa intendere come un bancomat inesauribile è non solo falso – è l’insidia portata ad un mondo fragile e meraviglioso di sentimenti ed intatte potenzialità.
E bravo dutur!!