Canale: 27 Ottobre 2012: Ritorno di Finale campionato serie A
Risultato della sfida: Canalese- Albese 9 a 11.
L’Albese che aveva già vinto l’andata ad Alba con lo stesso risultato si aggiudica il campionato 2012.
Massimo Vacchetto, capitano dell’Albese, a soli 19 anni, è il più giovane campione di serie A di sempre. Campagno, soprattutto dopo il 10 a 6 che sembrava avesse definitivamente chiuso la partita si è dimostrato degno avversario lottando ogni gioco con tenacia e determinazione al punto di dare la netta impressione di poter ribaltare a proprio favore il risultato e se non ci è riuscito è solo perchè ha trovato un avversario tecnicamente ineccepibile e altrettanto determinato.
Una partita che ha fatto e farà del bene a questo bellissimo sport così difficile da mantenere in vita per tanti motivi fra cui, in primis, il discorso economico, l’esigenza obbligata del businnes a tutti i costi che ne minaccia da tempo le origini e la storia.
Questo splendido sport, nato infatti come sport dei poveri, nella piazze dei paesini, allorchè la domenica, giorno di festa, i contadini, gli artigiani, i lavoratori insomma, dopo una settimana di duro lavoro, si ritrovavano nella piazza del paese per concedersi finalmente un pò di svago e divertimento rappresentato appunto in animate sfide al “balun a pugn” rischia da anni lo snaturamento ed addirittura la scomparsa soprattutto a causa appunto dell’esiguità del giro di affari e relativo ritorno economico.
I motivi sono tanti, oltre a quello già visto della gratificazione economica ci sono altri motivi, per prima cosa la limitata diffusione territoriale, Langhe- Monferrato in Piemonte, la provincia di Imperia in Liguria, piccolissime zone in Toscana
Altro motivo la grossa difficoltà nella ripresa televisiva che comporterebbe un impegno tecnico dai costi improbabili per questo sport. Poi mentre un tempo non esisteva spazio, nei nostri luoghi per altre attività sportive, oggigiorno le alternative per i nostri giovani sono innumerevoli, anche più facili e gratificanti.
Questo sia sotto l’aspetto remunerativo, se si pensa, per esempio, che un giocatore di calcio di serie C guadagna di più di un buon giocatore di pallone elastico di serie A, sia dal punto di vista della soddisfazione personale.
Infatti un giocatore di calcio e anche di tennis ed altri sport anche se di basso livello può comunque divertirsi anche solo a livello amatoriale nel pallone elastico, causa la grande difficoltà tecnica, è molto più difficile anche perchè richiede un impegno, a livello di allenamento e costanza, così notevole che generalmente scoraggia tutti i giovani che faticano ad emergere. Solo una grande e forse innata passione possono spingere a non mollare.
Lo snaturamento di cui parlavo prima sta proprio in questo cambiamento. Un tempo sia perchè appunto non c’erano alternative sia perchè erano così tanti a praticarlo sulle nostre piazze si formavano con facilità quadrette (la partita si svolge 4 contro 4) di tutti i livelli che potevano sfidarsi e divertirsi ad “armi pari”.
Ora il pallone elastico trasferito dalle nostre splendide piazze agli sferisteri è diventato uno sport professionale che non lascia più il minimo spazio ad invenzioni o a gestioni amatoriali.
Lo sport è gestito da società sportive serie e competenti, bambini e ragazzini interessati lo imparano da allenatori professionali che generalmente sono stati a loro tempi campioni o perlomeno assidui praticanti, devono fare allenamenti costanti e variegati sul campo ed in palestra.
Chiusa parentesi, una partita come si diceva che ha fatto davvero del bene a questo splendido sport, una finale come non se ne vedeva da tempo, giocata con grande intensità da entrambi le parti che hanno lottato praticamente alla pari con i due capitani che si sono affidati ovviamente ognuno alle proprie armi.
Da un lato la splendida tecnica di Vacchetto da una parte che ha prevalso nella prima parte del match e la prepotente potenza di Campagno emersa di più nella seconda parte. Gli “stoppaggi” stupendi e incredibili del terzino a muro Bolla che hanno tenuto in partita la Canalese fino al riposo e poi ai diversi errori commessi dal formidabile terzino nella seconda parte, cosa abbastanza inconsueta per un giocatore del suo livello.
Anche la spalla Gianpaolo dell’Albese pur avendo fatto quegli splendidi colpi che competono ad uno considerato giustamente nel suo ruolo uno dei più forti giocatori del campionato ha commesso errori banali, i due terzini Massucco ed Unnia che hanno sbagliato molto nella prima fase si sono poi ripresi dopo il riposo con alcuni ottimi colpi.
Peccato per la sostituzione nella Canalese della spalla Arnaudo che ha pagato un pò, vista la giovane età ed il primo impegno in serie A, l’inesperienza e soprattutto la pressione emotiva. A lui è subentrato Rigo, giocatore che come esperienza non difetta di certo, con i suoi 50 anni di età, i dieci scudetti presi, ed i tantissimi anni di praticantato come “spalla” di diversi campioni, come Bertola, Sciorella, Corino prima e come terzino dopo.
Sul piano del rendimento non ha portato nulla ma come si poteva immaginare con la sua esperienza ha ricaricato la squadra e soprattutto Campagno che da soli sei giochi si è portato a nove e trenta pari mancando solo per un soffio il dieci pari.
Al di sopra di tutti comunque un Vacchetto entusiasmante, sembra davvero che sia nata una stella, uno di quei pochi giocatori che “hanno tutto”, se infatti di grandi giocatori che hanno calcato la scena in questo sport così selettivo ce ne sono stati parecchi, di talenti completi di tutto ce ne sono stati molto pochi.
Vacchetto ha soli 19 anni, deve quindi ancora dimostrare la costanza, la tenuta sul piano fisico e soprattutto mentale che determineranno la durata o meno della sua, al momento, più che promettente carriera ma davvero sembra possedere quel mixer magico di squisita tecnica che consente qualsiasi tipo di colpo ed impatto con la palla, buona potenza, oramai indispensabile, determinazione mentale, capacità di sofferenza e di reazione, altruismo e sacrificio e per ora umiltà che in questo sport segna la differenza fra un grande giocatore ed un campione.
Gli e mi auguro una lunga carriera, se avessi motivo ed occasione di dargli un consiglio in tal senso gli direi di curare soprattutto questi ultimi elementi, capacità di sacrificio, altruismo ed umiltà. La tecnica e la tenuta fisica forse si possono sviluppare, queste qualità oltre che ad averle dentro devi fargli particolare attenzione per impedire che l’adrenalina del successo e della notorietà arrivino a scalfirle