L’ennesimo simbolo dell’Amore
Il 13 Luglio uscirà in contemporanea mondiale “Harry Potter e i doni della morte“, l’ultima pellicola della stra- famosa saga sulle avventure dello straordinario mago. Io dei libri ho letto solo qualche stralcio e anche i film li ho visti solo in parte ma mi ha subito interessato il perchè di un così fenomenale successo, la curiosità sulle motivazioni che spingevano migliaia di ragazzini a far la fila davanti ad una libreria per accaparrarsi il volume appena sfornato.
Un simile coinvolgimento di massa era chiaro che non poteva solo essere legata solo alla trama intensa ed appassionante e alla straordinarietà delle scene e dei personaggi e alla, se pur indiscutibile, abilità della Rowling. Le radici dovevano essere ovviamente in un grande coinvolgimento emotivo, cioè ad una identificazione con il personaggio così profonda e totale da arrivare a toccare le corde più nascoste dell’ animo umano.
Da un pò cercavo di trasformare questi miei pensieri un pò confusi e slegati in un discorso chiaro, sensato e comprensibile quando, me lo sono, per caso, trovato miracolosamente spiattellato davanti, sulla stampa, sottoforma di un bellissimo articolo dello scrittore Alessandro D’Avenia.
Harry Potter: Un successo che ribadisce per l’ennesima volta che la missione dell’umanità è senza alcun dubbio l’Amore
Riporto uno stralcio delle sue acute quanto chiare conclusioni siccome ritengo importante partecipare alla loro divulgazione non solo in quanto le condivido in pieno ma soprattutto perchè se sono, come credo reali, allora nulla è perduto, allora è ancora possibile nutrire una speranza di salvezza, è ancora possibile credere che questa nuova bella gioventù così come è capace di un simile trasporto emotivo possa essere capace di invertire la rotta e restituire l’umanità all’uomo, capace di contrapporre al consumismo e al culto del danaro quei valori fondanti della società senza i quali non ci sarebbe futuro:
“I draghi i bambini già sanno che che esistono………quello che hanno bisogno di sentirsi dire è che i draghi possono essere sconfitti.
In Harry Potter c’è tutto quello che abbiamo bisogno: come si affrontano i draghi della vita? Forse non passerà alla storia della letteratura ma questa saga ha qualcosa da dire al cuore dei suoi giovani e meno giovani lettori, che vi trovano dentro una una di quelle verità tanto semplici che ci sembrano ormai naif: tutti vogliamo essere amati ed amare.
Profondamente. Harry porta sulla fronte la cicatrice del sacrificio di sua madre, che è morta per salvarlo da Voldemort, ossessionato dal desiderio di potere ed immortalità. Harry è fortissimo perchè è stato amato da sua madre fino al sacrificio, ha si talento per la magia, ma il suo vero talento è l’amore che ha ricevuto.
Quale ragazzo non vuole questo. Quale uomo? Se tanti ragazzi si identificano con questo desiderio non è segno che forse spesso non ricevono quell’amore, una generazione fragile come l’attuale non è forse una generazione poco amata o amata nel modo sbagliato?
Harry decide di fare come ha fatto sua madre con lui: affronta la morte per salvare i suoi amici. E’ stato amato profondamente e sente di avere un debito, anche lui vuole amare allo stesso modo. Per cui è ancora più forte perchè non solo ha la forza dell’amore ricevuto ma anche il coraggio di chi vuole amare.
Per finire pochi hanno sottolineato che Harry Potter è una saga che racconta la scuola. La scuola come i ragazzi di tutto il mondo la vorrebbero. Una scuola in cui si studia, si fatica ma per qualcosa di grande, qualcosa per cui vale la pena. Una scuola con un pizzico di follia e di mistero. Una scuola in cui tutti i professori sono veri esperti della materia, una scuola in cui gli adulti sono e fanno gli adulti, non lesinano sforzi, e affiancano battaglie e paure dei ragazzi, aiutandoli a trovare la loro vocazione, la loro storia, sfidandoli, mettendoli alla prova, mostrando loro palesemente che la scuola centra con la vita e con il mondo. (Alessandro D’Avenia, la stampa 3 Luglio 2011)