La domenica del rally di tanti,tanti anni fa
Era arrivato un gruppo di ragazzi e ragazze, quasi tutti in qualche modo legati al mondo del rally che si era corso nella zona delle colline intorno a Bubbio, d’altronde la prova era finita da poco.
Si erano seduti ai tavolini di fronte a quello in cui, con un paio di amici, stavo sorseggiando un aperitivo.
Potevano a grandi linee avere la nostra età, sicuramente tra i venti ed i venticinque anni. D’accordo con tutti che la gioventù sia un’ epoca magica,un periodo fantastico che pretende intrinsicamente un certo grado di follia ma loro apparivano chiaramente troppo concentrati sulla necessità di proclamarlo, troppo indaffarati ad ostentare la loro brama di vità e dimostrarla pubblicamente
Troppo rumore quindi, troppe risate sguaiate, troppe mani a spasso ovunque, non dico che ci dessero fastidio, avendo come già detto più o meno la stessa età, ci eravamo abituati però in altri contesti e situazioni.
In fondo quello dove i “rellysti” si stavano esibendo era un locale pubblico ma frequentato da persone di ogni tipologia ed età per cui un minimo di riguardo sarebbe stato perlomeno opportuno.
Lei
Subito non mi ero nemmeno accorto di lei, se ne stava un pò disparte, lasciandosi coinvolgere lo stretto necessario dai richiami ed inviti dei suoi compagni.
Era come posizione, rispetto alla mia, dietro a tutto il gruppo, nella zona più distante, restava in parte sempre coperta da qualcuno dei suoi compagni per cui non ero ancora riuscito a vederne il viso. Avevo cominciato a sperare che cambiasse posto in modo da riuscire a vederla in faccia
Mi stupiva quel mio stringente bisogno di vederla bene, ero così concentrato su questo repentino desiderio da quasi non sentire icommenti dei miei amici.
Poi, finalmente si è voltata
Aveva dei capelli nerissimi, abbastanza ricci ma ugualmente lunghi sulle spalle, si era alzata un paio di volte per rispondere a qualche amica, il look sportivo del gruppo indicava probabili scarpe da ginnastica come d’altronde calzavano la maggioranza delle altre ragazze che riuscivo a vedere, quindi, ho calcolato, sul metro e settanta circa.
Era sempre rimasta girata di fianco per cui non avevo potuto non notare il seno, proporzionato e molto sensuale, le spalle femminili ma robuste da donna sportiva.
Vederla più da vicino era ormai un bisogno invasivo, non so quale straordinaria alchimia si era impadronita di me e mi martellava in testa con quel assurdo desiderio di conoscerla, di parlarle, di sentirla parlare.
Solo uno sforzo mentale mi permetteva di non assentarmi totalmente dalla conversazione con i miei amici ma la mia partecipazione stava sempre più condensandosi su
dei penosi ” ah, si- Eh già- Certo sono d’accordo” e via di questo passo. Sforzo oltretutto del tutto inutile, i miei due compagni mi guardavano sorridendo tra l’ironico e il divertito scambiandosi le prime battute banalmente scontate.
E proprio quando, con grande fatica, ed evitare di diventare del tutto maleducato, mi ero imposto di volgere almeno in parte la direzione del mio sguardo verso i miei divertiti due compagni lei d’improvviso, senza motivo apparente aveva cambiato il posto con un altra ragazza. Adesso l’avevo molto più vicino, i miei compagni appena “ritrovati” del tutto scordati.
Non avevo mai minimamente creduto sino ad allora alla telepatia e forse proprio per questo rimasi stupito e sconcertato vedendola alzare la testa immediatamente nella mia direzione come avesse “sentito” il mio cercarla, come se avesse colto i miei pensieri.
La cosa più bella che avessi mai visto
Con un movimento naturale, inconsistente, si era avvicinata ricambiando il mio sguardo, una martellata sul cuore, due occhi stupendi, indescrivibilmente vivi e lucenti, di una profondità infinita, una fusione di mare e cielo, con riflessi intensi di verde di bosco, colori che d’improvviso si univano in una tonalità unica per dividersi un attimo dopo nei colori originali, lapislazzuli cangianti, cristalli di brina, frammenti di stelle.
La più bella ragazza che avessi mai visto.
Io continuavo senza nemmeno rendermene conto a fissarla, anche lei mi guardava adesso in modo diverso, intenso , sembrava condividere la mia emozione, lo stesso stupore,una sorta di reciproca sorpresa, poi mi aveva sorriso, piano, dolcemente, togliendomi la terra da sotto i piedi, sprofondandomi nel suo mare.
La più bella ragazza che avessi mai visto.
La cosa più bella che avessi mai visto nella mia vita.
Deve essersi accorta che ero con le gambe nelle sabbie mobili, infatti si era alzata e stava venendo verso di me, si..stava proprio venendo verso di me….la cosa più bella che avessi mai visto nella mia vita che stava venendo verso di me.
Fu a questo punto che uno dei piloti del rally, probabilmente il suo ragazzo, che quasi sicuramente aveva seguito in disparte la scena, si alzò, non so da dove, la prese per un braccio con una certa forza e la condusse rapidamente via, fuori dal bar.
Non feci nulla ma ci sono voluti anni per smettere di vedermi rincorrerli, raggiungerli, strapparla a lui e dirle “Ascoltami un minuto, tu credi al colpo di fulmine?? Resta per favore, resta”
Vi sembrerà strano, sono passati decine di anni, eppure quel volto lo ricordo ancora perfettamente.