Ad appena 4 km da dove abito io, nel comune di Cassinasco (1, 7 km) si erge il Santuario dei Caffi , in uno dei più bei punti panoramici della zona.
E’infatti sufficiente spostarsi poche centinaia di metri dall’edificio, sulla dorsale che va in direzione di Loazzolo, per godere di una stupenda visuale dell’arco delle Alpi e della Valle Belbo a dx e degli Appennini Liguri e della Valle Bormida a Sx.
L’edificio religioso, venne costruito agli inizi del 900, grazie all’aiuto e costante collaborazione degli abitanti del circondario, intorno ad una precedente vecchia cappella, voluta da una ricca signora per grazia ricevuta.
Prima ancora c’era solamente un pilone, con sopra una piccola statua della Madonna, fatto costruire dalla famiglia di una bambina di 13 anni che, intorno al 700, secondo la storia tramandata a voce, muta dalla nascita, si mise, un giorno, improvvisamente a parlare dichiarando di aver veduto in quel luogo la Madonna.
Comunque negli anni il Santuario è diventato meta di pellegrinaggio degli abitanti del circondario e non solo. Tantè vero che l’interno è tappezzato di centinaia di quadri, immagini oggetti di fedeli come atto di gratitudine per presunti miracoli ricevuti grazie all’intercessioni della Madonna.
Da sottolineare all’interno le opere del pittore canellese Giovanni Olindo, esponente di spicco nella zona in questo tipo di arte sacra
Da quando, nel 1967, l’edificio religioso è diventato luogo di raduno annuale degli Alpini dell’ANA di Asti (ultima domenica di Giugno), ha preso il nome di Santuario della Madonna delle Grazie e degli Alpini anche se, in zona, tutti continuano a nominarlo come il Santuario dei Caffi che è il nome del piccolo gruppo di case nei pressi della Chiesa, attribuito pare come ricordo e retaggio delle antiche scorrerie dei saraceni tra il IX e il X secolo (da “kafir” traducibile con miscredente)
Storia o leggenda
Esiste, riguardo al Santuario, una storia inquietante, di cui unica documentazione storica è riportata nel quaderno di Sizia (ricca e storica famiglia della zona) ma che sembra vera in quanto suffragata dalle testimonianze tramandate, nel tempo, dai vecchi contadini della zona ai loro figli. Sino ad alcuni anni fa, all’interno del Santuario, vi era anche appesa una gruccia di legno come simbolo e ricordo del seguente fatto:
“Un signore di nobile casato era solito andare a caccia accompagnato da un fedele contadino, nei boschi intorno alla zona Caffi. Pare che un giorno, al ritorno da una di quelle abitudinarie battute di caccia, dimostratasi insolitamente infruttuosa e sfortunata, transitando davanti alla piccola cappella della Vergine, in un impeto di rabbia e frustrazione, vi avessero scaricato contro i loro fucili.
Tutti concordarono che l’atto violento e sacrilego fu la causa della misera fine toccata ai due artefici. La cosa che appare più singolare e significativa è che la punizione fu uguale per entrambi. Infatti il contadino, colpito da paralisi totale alle gambe fu costretto a trascorrere i suoi giorni fra atroci sofferenze. E anche al conte toccò una sorte molto simile: un attacco di paralisi progressiva lo condannò in breve tempo alla carrozzella a rotelle con la quale, un fidato domestico lo conduceva, amareggiato e sconsolato, per l’ampio giardino del suo castello.”