Un impresa che passerà alla storia: Un amico ed io presto renderemo ufficiale con un comunicato stampa la nostra intenzione di superare alla grande l’impresa da poco realizzata da Felix Baumgartner che ha polverizzato tutti i precedenti record.
Come si sa, l’austriaco ha compiuto un impresa incredibile, lanciandosi dai confini dello spazio da quota 39.000 metri, dove era arrivato in una capsula trascinata in aria da un pallone gonfiato con elio. La missione è stata battezzata Red Bull Stratos, Baumgartner, che indossava una tuta pressurizzata, ha superato la pazzesca velocità di 1300 km/orari.
Quattro i nuovi record mondiali stabiliti dall’austriaco: il volo a maggiore altitudine con equipaggio (36.000 metri/120.000 piedi), il lancio con paracadute da maggiore altezza, la prima persona a superare la barriera del suono durante una caduta libera e la caduta libera più lunga (approssimativamente 5 minuti).
Eppure questa impresa osannata da molti come qualcosa al di là dell’umano sarà ridicolarizzata da quella che stiamo preparando noi. Infatti grazie al suo recente pensionamento Franco, che ha alcuni anni più di me, adesso ha tutto il tempo per studiare, progettare ed organizzare nei minimi dettagli la performance. Beh, in verità come modalità iniziali la nostra impresa copia in toto quella del collega Felix, la più grossa differenza nell’attrezzatura è che noi saliremo muniti di pinne nei piedi e poi spiegheremo il perchè.
Cosa faremo dunque per battere Baumgartner??? Semplice: Saliremo nel medesimo sistema alla sua stessa altezza ma. udite udite, incatenati strettamente insieme con le catene sopra un unica tuta pressurizzata chiuse da un robusto lucchetto di cui porteremo con noi due chiavi(due per sicurezza) che lanceremo nel vuoto, poco tempo prima del nostro lancio.
In base a complicatissimi calcoli eseguiti dall’amico Franco le chiavi incontreranno la superficie marina poco tempo prima di noi raggiungendo una profondità di 200 metri sotto il livello del mare dove noi, al termine del nostro lancio ad una velocità, essendo il peso decisamente maggiore rispetto a quello dell’austriaco, di 2000km/orari le raggiungeremo.
In base a nuovi complicatissimi calcoli(di cui mi fido ciecamente) di Franco il margine di errore del punto di caduta tra quello delle chiavi ed il nostro resta nel confine di un cerchio di diametro di circa 150 metri. Sarà quindi facile anche in caso di maggior errore raggiungere a nuoto (ecco il perchè delle pinne) una delle due chiavi
Inizialmente si era pensato ad una sola chiave per rendere l’impresa più estrema ma in un secondo tempo considerando che la nostra priorità è quella di non essere così stupidi da correre rischi eccessivi si è optato per le due chiavi che assicurano un ottimo margine di sicurezza. Raggiunta una delle due chiavi non resterà che aprire il lucchetto, liberarci delle pesanti catene prima che ci trascinino sul fondo del mare e successivamente dell’ormai inutile tuta pressurizzata, risalire in superficie dove ovviamente ci attenderà un altro amico con il suo battello e berci un buon caffè. Il nome dell’impresa? : “Bad Fantasy”