

Ieri sera a Bubbio la quadretta locale di pallone elastico si è nettamente imposta con il risultato di 11 a 4 su quella della Pro Paschese che si presentava fino al momento imbattuta sulla storica piazza del pallone del paese.
La sfida temutissima dalla tifoseria locale che si era, nell’attesa, preparata all’idea di una, se non scontata, perlomeno probabile sconfitta, anche sulla considerazione dell’ottimo stato di forma del capitano della Pro Paschese Fenoglio e a quello molto meno convincente del capitano del Bubbio.
Marcarino, si è invece subito incanalata nel verso giusto per la nostra squadra che dopo un parziale di 6 a 0 che già da solo rispecchia bene il dominio bubbiese va al riposo sull’8 a 2.
La vera sorpresa è stato proprio il nostro capitano apparso, sin dall’inizio, trasformato rispetto alle precedenti partite, sfoderando quella potenza in battuta che, soprattutto in casa, è stata la sua arma vincente nello scorso campionato , una potenza che ha saputo mantenere constante sino alla fine e contro la quale Fenoglio si è dimostrato in progressiva difficoltà.
Infatti tutti gli amanti paesani del pallone elastico, in primis quelli, diciamo, non più giovanissimi conoscono un detto diventato, nel tempo, proverbiale ed appartenente alla memoria storica locale di questo straordinario sport e il detto recita”Eh, quand cus bat a tla rianet un naiè per pi non” ed anche “Eh,i son poich cui chi ranco el balon dan tla rianet”.
Allora fatta la premessa che “rianet”, tradotto letteralmente, in italiano sarebbe “ruscelletto-piccolo retano”bisogna precisare che, nel contesto, si riferisce, non ad un corso d’acqua vero e proprio, ma all’avallamento, abbastanza profondo, costituito dalla strada(via Roma) che passa proprio sull’estremità della piazza del pallone zona predestinata appunto alla risposta(ricaccio) su battuta dell’avversario.Quando un giocatore costringe l’avversario con battute potenti a rispondere sprofondato nell’avallamento lo ha già messo dall’inizio in difficoltà
Nel contesto del gioco “l‘rianet” implica due cose molto importanti,la prima è che spingere la palla sino in quell’avvallamento significa superare l’intera piazza cioè effettuare una battuta molto lunga(non meno di 70 metri) tenendo il pallone molto alto,quindi una battuta già di per sé difficoltosa ed impegnativa da “ricacciare” a cui va ad aggiungersi l’ulteriore non indifferente fatto di trovarsi nell’avvallamento della strada e quindi in una posizione come equilibrio e piazzamento decisamente scomoda.
Fatta questa necessaria premessa possiamo tornare ai nostri proverbiali detti, tradotti in italiano, il prima sentenzia”Eh, quando si arriva a battere nel ruscelletto non ce n’è più per nessuno”a cui fa ritornello il secondo”Eh, sono pochi quei giocatori che possono ricacciare la palla da ruscelletto”
Bene Marcarino ieri,tornato come per magia appunto a quella potenza ampiamente dimostrata lo scorso anno ha battuto l’intera partita “antl ‘arianet” ed sovente anche oltre,se a questo si aggiunge la presenza di un vento abbastanza forte che faceva “muovere” la palla mentre viaggiava “in cielo“è facile intuire la fatica del povero Fenoglio, oltretutto in una di quelle giornate non al top.
Però Marcarino non è stato strepitoso solo in battuta, si è dimostrato altrettanto deciso, concentrato e sicuro di sé anche al ricaccio, commettendo pochissimi sbagli e concedendo veramente poco agli avversari; un Marcarino forse sceso in campo con la volontà di tacitare le polemiche dei giorni scorsi e i delusi commenti di quella parte della tifoseria che dava per scontata la sconfitta.
Inoltre, come sempre, si è dimostrato determinante e prezioso quel Busca che passando da spalla di serie A a terzino di serie B non poteva non essere, in quel ruolo, grazie anche alla suà agilità, velocità e senso della posizione, nettamente il più forte del campionato. Ieri un muro invalicabile per gli avversari e per noi un 15 altrettanto sicuro come un “intra”su ogni caccia(numerose) di quelle fatte “sui piedi” che si assicurava con la bravura che compete ad una ex spalla di serie A con la sua esperienza. Buona, anche se, con poco coinvolgimento, la prova della spalla Pola e del secondo terzino Ferrino.
Fenoglio,come si è già detto, non in buona giornata ha comunque fatto il possibile quasi fino alla fine, lottando per quel che la potenza e la bravura degli avversari gli consentivano, sfoderando qualche raro colpo di “classe”che gli ha attirato il plauso di quella parte di spettatori che non ha ancora, per fortuna, del tutto perso il senso della sportività