Langhe- Monferrato: Feste e Sagre minori
Risotto di Sessame e Anciuada der Castlan di Montechiaro d’Acqui
Probabilmente definendo queste due sagre con il termine “minori” attirerò gli impietosi strali delle amministrazioni e degli abitanti dei due paesi organizzatori delle due feste cioè Sessame e Montechiaro a cui il termine potrebbe suonare se non offensivo perlomeno riduttivo ma non è sicuramente questa la mia intenzione.
Ovviamente con “minori” intendo effettivamente dire che senza ombra di dubbio entrambe le sagre non hanno l’imponenza e la notorietà di quelle di paesi limitrofi quali Polentonissimi di Ponti e soprattutto di Monastero Bormida e di Bubbio che attirano un numero esorbitante di visitatori.
Però credo che il fatto sia legato per prima cosa alle dimensioni “minori” dei Comuni e quindi del numero di abitanti (quasi 1000 abitanti Monastero e Bubbio, poco più di 500 Montechiaro e 285 abit. a Sessame), quindi alla “minore” possibilità d’investimento nel tipo e livello di promozione e forse alla volontà degli organizzatori di garantire una certa tranquillità ed intimità ai due eventi, cosa secondo me per niente sbagliata.
Il mio, in realtà, vuole essere un riconoscimento ed un attestato di merito “qualitativo” a queste due sagre nel senso che se è certamente vero come già sottolineato molto più contenute nell’organizzazione e capacità di attrazione turistica è altrettanto vero che, dal punto di vista della qualità e costante validità dei piatti offerti, c’è solo da fargli i complimenti.
Oramai, da diversi anni, in occasione di queste feste, quest’anno entrambe svoltesi il 3 maggio 2015, in famiglia, siamo soliti avere qualche ospite che intratteniamo, a pranzo, grazie al prelibato Risotto di Sessame con l’ottimo stinco e la torta tipica locale che andiamo a ritirare negli appositi contenitori alle 12/12.30.
Alla sera, facciamo la stessa cosa, questa volta grazie agli insuperabili panini (a base di acciughe e salsa verde) dell’Anciuada der Castlan che andiamo a prendere intorno alle ore 16 a Montechiaro, generalmente in bicicletta, per abbinare, come si dice, “l’ utile al dilettevole” o, se preferite, prendere “due piccioni con una fava” Anche quest’anno entrambe le offerte si sono dimostrate all’altezza della loro fama, se non addirittura superiori come ha chiaramente dimostrato il “fattivo” apprezzamento dei nostri ospiti.
Risotto di Sessame
Il paese di Sessame comunque è da sempre stato famoso per il suo risotto al punto da dare il via, nel 1920, alla prima edizione della sagra che si ripete ogni anno, appunto la prima domenica di Maggio
Quello che è certo è che il risotto in Piemonte era già una portata apprezzata nell’ultimo decennio del 1700, anche se, a quei tempi, era un piatto elitario, conosciuto solo dai grandi signori: i Savoia per esempio erano soliti farlo servire a mezzanotte, in occasione dei sontuosi ricevimenti che avevano luogo nei loro palazzi torinesi
Un po’ più confusa l’origine primaria della festa: secondo alcuni legata ai Marchesi del Carretto, Signori di Sessame che la vollero come intrattenimento.
Secondo altri il motivo vero della decisione dei Marchesi del Carretto era stata la necessità di sfamare la popolazione stremata dalla fame dovuta ad una grave carestia avvenuta nel 1220.
In questo contesto c’è un chiaro collegamento e la medesima valenza delle sagre dei Polentonissimi della Valle Bormida dove un gruppo di calderai affamati insieme ad esponenti della popolazione locale si rivolgono alla pietà del Marchese ottenendo là sacchi di farina per la Polenta e qui, a Sessame, sacchetti di riso (qualità Sant’Andrea) per cuocere il Risotto
Secondo un altra teoria la sagra del Risotto sarebbe invece nata per festeggiare il ritorno delle donne Sessamesi dal duro lavoro nelle risaie del Vercellese.
Curiosa la storia o leggenda che vuole che il Risotto di Sessame dipenda da un antica ricetta su cui esiste l’obbligo del segreto per cui verrebbe tramandata negli anni solamente dal capocuoco uscente al nuovo designato
Anciuada di Montechiaro d’Acqui
L’Anciuada der Castlan è strettamente collegata alla Festa delle Sante Spine, suggestiva rievocazione dell’arrivo nella Chiesa di Montechiaro D’Acqui della preziosa reliquia delle Sacre Spine della Corona di Cristo trasportate dalla Terra Santa da un nobile cavaliere crociato lungo quei percorsi scoperti e segnati dai pellegrini del Giubileo e che erano anche percorsi economici e commerciali.
Tramite queste vie avvenivano infatti gli scambi commerciali tra La Liguria ed il Piemonte e nello specifico, i commercianti liguri con i loro muli , arrivavano a Montechiaro , superando i calanchi del Turpino e la curia di Pareto per rifornirsi dei prodotti tipici locali come formaggi, salumi, carne di manzo e di vitello, granaglie e legname. In cambio lasciavano contenitori pieni delle apprezzatissime acciughe salate e conservate.
La tradizione rievocativa, resistendo ai cambiamenti della società, resta ancora molto sentita e seguita dalla popolazione locale:Dodici uomini del paese, indossata la tipica divisa da flagellante, finita la messa delle 11.30, sfilano in processione, portando la Santa Reliquia delle Spine per le stradine in pietra del borgo storico.
Se il mattino è dedicato alle funzioni religiose, il pomeriggio è invece dedicato al divertimento incentrato appunto sulla nota Anciuda der Castlan con la distribuzione fino a tarda sera dei prelibati panini conditi con acciughe e salsa verde in base ad un antica e segretissima ricetta depositata presso una famiglia del comune.
Molti sono coloro che hanno tentato di scoprirne i segreti o che hanno fatto svariate prove per rispecchiarne le caratteristiche ma sembra che nessuno sia mai riuscito a raggiungerne il magnifico valore qualitativo