Violenza e stupro dell’uomo a danno della donna
Ho appena finito di leggere un articolo di Giulia Sbaffi, Web Editor ed appassionata di scrittura la cui prefazione recita:
“È ancora una mentalità troppo diffusa, quella che vede la donna corresponsabile delle violenze subite: una recente ricerca condotta tra i giovani ha portato a galla dei dati inquietanti.”
L’articolo, basandosi su una indagine compiuta dall’Istituto di ricerca IARD, ha sottolineato come un intervista a quasi 2700 studenti iscritti alle scuole superiori in una fascia di età dai 13 ai 19 anni ha messo in evidenza che ben il 57% degli studenti di sesso maschile ed il 39% di quello femminile considerano la donna corresponsabile dell’abuso e della violenza di cui è vittima.
Io credo che giudicare le donne come corresponsabili della violenza che subiscono non è solo ingiusto ed immorale ma anche assurdo, già solamente per il semplice fatto che la violenza gratuita come il termine stesso precisa resta quella che è in ogni aspetto della vita sociale.
E non solo nell’ambito della sfera sessuale anche se forse ne rappresenta la versione più eclatante già solo per il motivo che è compiuta da un uomo su una donna. Di più grave c’è forse solo quella compiuta su dei bambini.
La violenza come sopruso, prepotenza del più forte sul più debole è sempre esecrabile in qualsiasi sua forma e cercare nella vittima un qualsiasi tipo di responsabilità e colpa che la giustifichi in qualche modo è fuorviante e paradossale.
L’articolo della Sbaffi citava anche in modo sintetico ma efficace il caso di quell’avvocato che si è attirato l’attenzione dell’opinione pubblica per avere cercato in ogni modo di ottenere la sentenza di assoluzione per un suo cliente accusato di stupro, portando a sostegno della sua richiesta, l’abbigliamento della vittima che avrebbe indossato indumenti intimi volutamente provocatori.
Fatte queste ovvie e sacrosante premesse e ribadito il concetto che “chi commette violenza ha sempre, indiscutibilmente torto”, resta però da dire che secoli di cambiamenti sociali , di crescita culturale e quindi morale, di modifiche profonde del modo di pensare e di vedere la realtà non hanno però cancellato quel senso atavico e primordiale tipico del nostro patrimonio genetico.
La natura ha infatti impresso in uomini e donne ruoli sessuali molto diversi ma nel contempo del tutto naturali in quanto aventi come base primaria l’assicurazione della salvaguardia della specie.
Questo ruolo “naturale” ha da sempre caratterizzato la donna come preda e l’uomo come cacciatore. E’ la natura stessa che ha voluto che il maschio cercasse di attirare l’attenzione della femmina facendo sfoggio della sua prestanza fisica, della propria forza, coraggio, decisione.
Ed è sempre la natura che ha dato alla femmina le sue armi tipiche, bellezza, avvenenza, sensualità, insomma quel femminile sex appeal con cui “incantare” il diretto interessato.
Ed è sempre la natura, divina o meno che si creda, che ha creato per forza di cose, l’uomo così sensibile a certe “provocazioni”. Si tratta dell’aspetto prioritario della vita umana, l’assicurazione della prosecuzione della specie.
E’ questa profonda esigenza che ha dato alla donna l’intrinseco desiderio di diventare madre scegliendo di accoppiarsi con un maschio “selezionato” che garantisse la nascita di un figlio con tutti i numeri necessari per sopravvivere in un ambiente selvaggio dove solo i più forti e determinati potevano soppravvivere.
Per questo, trovato il compagno giusto, la donna faceva di tutto per “conquistarlo”. E come se non attraverso l’arte della seduzione e del fascino erotico conoscendo a priori appunto l’estrema sensibilità dell’uomo a certi tipi di corteggiamento.
Le caratteristiche genetiche sono sempre attuali
Ed è ancora così, perche noi possiamo fare di tutto per cercare con la crescita culturale e spirituale di migliorarci come individui, di elevarci ad un livello superiore ma non si rema controcorrente
A volte addirittura ci illudiamo o facciamo finta di crederci per poi vederne la totale falsità nelle tante realtà delle guerre, nelle innumerevoli forme di ingiustizia sociale,violenza politica, insensibilità umana e nel più apparisciente degrado del comportamento individuale che stride in maniera mortificante con tutte quelle attestazioni di “buon cuore”, di solidarietà, di partecipazione emotiva che circolano quotidianamente a migliaia su Facebook e soci.
Il mio non è pessimismo, io credo nella possibilità di crescere spiritualmente ed individualmente, in fondo Facebook medesimo testimonia questo desiderio, questa ricerca, questa speranza ma credo anche che, soprattutto il mondo occidentale immerso nella “fame” del denaro, del potere, del controllo sia stato mai così lontano dal realizzarla.
Ma ritorniamo al tema centrale, vorrei che qualcuno rispondesse a questa domanda, “Perchè secondo voi, una donna indossa una minigonna svolazzante, oppure una lunga gonna elegante con un vistosissimo spacco che mostra una gamba tremendamente sensuale, oppure perchè indossa dei pantaloni attillatissimi che mettono in evidenza ogni qualità fisica.
Perche quel rossetto rosa o rosso fuoco? Quel trucco che evidenzia ogni particolare del volto. Ed ancora perchè si muove in un certo modo perfettamente consapevole di attirare certe attenzioni, lusingata con se stessa di riuscire ad essere provocante, oggetto di desiderio.
La riposta è una sola, molto semplice, perchè fa parte della sua stessa natura e così è stato, da sempre, in ogni epoca della civiltà umana.
Allo stesso modo perchè l’uomo davanti ad una femmina conturbante non se ne resta del tutto tranquillo, distratto, indifferente per non dire addirittura annoiato?
Anche qui la risposta è banalmente scontata: perchè non è nella sua natura, perchè la medesima appunto gli ha impresso un certo tipo di reazione, di vulnerabilità fisica ed emotiva.
Quindi non si tratta sicuramente di attribuire alle donne nessun minimo tipo di colpa nel loro naturale desiderio di essere sensualmente coinvolgenti , eroticamente affascinanti, conturbanti ed ammaliatrici.
Resta comunque comprensibile, anche se non accettabile, che nella, per fortuna, stragrande maggioranza dei maschi dotati di sensibilità umana, grado di cultura e senso profondo del rispetto siano anche presenti alcuni individui rozzi e “disonesti” incapaci dello stesso self- control.
Bene, l’unico rimprovero che mi sento di fare alla parte femminile di questo pianeta è che in certi casi dovrebbero cercare di essere più consapevoli della possibile presenza di certi stereotipi maschili e più coscienti della possibilità d’innescare in loro reazioni fuori controllo e quindi pericolose sotto ogni punto di vista