Valle Bormida
Riflessioni su cui meditare
Sul giornale locale l’Ancora del 15 Aprile 2018 alla pagina 41 dedicata a Cairo Montenotte nella rubrica “riceviamo e pubblichiamo” è riportata una chiara dichiarazione che suona quasi come uno sfogo del segretario generale Associazione Italiana Wilderness Franco Zunino che merita, come minimo, una lettura un po’ attenta.
Alcune delle sue riflessioni hanno attirato la mia attenzione in quanto valide non solo nel contesto principale dell’esposizione di Zunino cioè la tutela e salvaguardia delle aree Wilderness (quindi di zone da conservare del tutto integre nel loro aspetto e natura selvaggia) ma trasferibili ed applicabili anche ad altre situazioni e contesti.
Oltretutto geograficamente prendono in considerazione le zone delle due Valli Bormida (di Spigno e di Millesimo) quindi luoghi nelle immediate vicinanze.
L’articolo del signor Franco Zunino
Scusandomi a priori con il Sig Zunino per questo apparente appropriamento ne riporto tale e quale un stralcio:
1) Quando la Natura si mette in mano ai politici, salvo rari casi, si finisce sempre per puntare ad una sua “valorizzazione”; che deve quasi sempre leggersi come sfruttamento ed anche svilimento e distruzione del patrimonio che si vuole valorizzare!
2) Ora leggiamo che non di una regolamentazione di queste iniziative si parla, ma di valorizzazione delle bellezze delle Valli Bormida. Ma come si può valorizzare un bene se per valorizzarlo lo si è e lo si vuole ancora distruggere o quanto meno manipolare, deturpare e svilire?
Può “valorizzarsi” una bella moglie trasformandola in puttana? Perché questo che ci si appresta a fare nelle Valli Bormida.
La fame di turismo (ma leggasi più propriamente: di danaro!) rischia di portare proprio a questo, una cosa che nessuno di noi mai farebbe con la propria moglie, fidanzata, amante o anche figlia. Ma che si vuole fare con la bellezza del patrimonio pubblico!
3) Attrattore turistico è la BELLEZZA dei luoghi! Se questa bellezza non la si comprende e la si sciupa, significa solo che si è ignoranti della materia; e significa che il vero interesse è il business ad ogni costo!
4) Riflettano i Comuni prima di prendere decisioni negative proprio per quello che vorrebbero trasformare in “attrattori turistici”: il turismo ricerca il bello, il naturale, i luoghi integri, anche le stesse rovine di manieri o altre strutture storiche se danneggiate con interventi impropri o rovinosi degli scenari in cui si trovano col pretesto di valorizzarle, non favoriscono il turismo: lo uccidono!
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness.
La carenza nella tutela delle zone Wilderness rispecchiano ed abbracciano tanti altri aspetti e temi e settori
Ovviamente le considerazioni del Sig Zunino si riferiscono all’ambito del Wilderness, associazione da lui stesso fondata a tutela del patrimonio selvaggio ed incontaminato di alcune zone del territorio italiano. Ad esempio e per restare nei nostri confini territoriali le zone della Valle Bormida quali “Le due Bormide- La Bormida di Ponti- La Burgna der Gere”.
Scopo del Wilderness è, come già accennato, la tutela e salvaguardia di questi spazi nella loro totalità e naturale bellezza evitando ogni intervento o modifica da parte dell’uomo, anche solo di stradine e ciclabili.
Però io voglio un po’, come dire, sfruttare il discorso del Sig. Zunino, giustamente e per scelta concentrato, su particolari zone geografiche estrapolandolo dai suoi limitati confini intrinsechi e originali per inserirlo in un contesto di ben più ampio respiro e spazio.
Infatti le sue considerazioni possono tranquillamente essere adattate a purtroppo innumerevoli esempi di scempio ambientale un po’ ovunque nello scenario geografico dell’intera nostra penisola.
Ma per restare nei confini appunto delle Valli Bormida senza dimenticare tra l’altro che una delle due, quella della Bormida di Millesimo confina o perlomeno lambisce per un vasto tratto la zona tanto decantata per aver ottenuto grazie al grande impegno di associazioni pubbliche e private il prestigioso riconoscimento di patrimonio Unesco nel 2014.
Oltretutto fra i motivi dell’agognato conferimento fra i vari legati al lavoro, alle tradizioni, alla coltura e cultura del vite e del vino c’era comunque anche quella della bellezza unica del territorio.
Questa bellezza non credo si riferisca al penoso impatto ambientale di quegli orribili condomini e palazzi di svariati piani che sorgono, grotteschi giganti, nei nostri ameni paesini e nemmeno penso in quei nuovi ponti realizzati sul fiume dopo l’alluvione del 1994, con quelle fredde barriere in grigio alluminio che gettano una ventata d’improbabile e stonante futuro sulla nostra campagna.
Utilissimi per carità, anzi indispensabili ma possibile che non si potesse realizzare almeno le barriere con del materiale e delle forme più in sintonia con l’ambiente circostante? Anche qui si parla di questione economica, proprio vero che il ogni minimo contesto il denaro detta legge. Altri affermano che sono le norme di sicurezza, d’accordo la sicurezza è prioritaria ma forse bisognerebbe saperla e volerla conciliare almeno in certi casi , con le esigenze paesaggistiche locali.
Per non parlare ultimamente dei sempre più diffusi pannelli solari e fotovoltaici, a coprire ampie parti di versanti di colline esposte al sole. Centinaia di metri quadri di plastica confinanti con splendidi ed antichi vigneti, non è una stortura paesaggistica.
Certamente, anche qui il ricorso all’energia alternativa per limitare i danni dello sfruttamento delle risorse e dalle relative ripercussioni ambientali è un esigenza prioritaria per cui ben venga ma anche qui ci vuole un minimo di buon senso e di controllo da parte delle istituzioni per evitare quegli scempi territoriali che si vedono sulle nostre splendide colline.
Poi non vogliamo citare le discariche abusive, magari a cielo aperto, gli inquinamenti di fiumi, laghi e mari nel nome di un progresso malato nelle sue stesse radici.
Se non è fame di denaro questa ! ! Improbabile sperare che l’esperienza insegni e che non si verifichino più simili orrori. Il discorso di Zunino quindi calca a pennello in tantissimi casi assumendo una valenza quasi universale, il suo comprensibile sfogo è applicabile ad innumerevoli esempi di scempio e di mancanza di rispetto e cura dell’ambiente che ci circonda.
I motivi principali sono una certa qual maleducazione intrinseca del popolo italiano,una certa consolidata mentalità per cui prospera questa abitudine all’approssimazione, al prendere tutto alla leggera, al lasciar correre. Alla scappatoia condivisa.
Altra nota dolente la mancanza di una vera campagna d’informazione e sensibilizzazione di massa da cui far poi partire il rispetto dell’obbligo.
Inutile infatti l’avere una legislazione in materia se non la si fa poi applicare con determinazione e costanza assoluta. Se si continua a chiudere un occhio perché questo è il figlio di quel tale o l’amico di quell’altro.
E purtroppo in questo “chiudere un occhio” ritorna il tema del denaro, del profitto, della corruzione , dell’interesse privato su quello pubblico. E quando non si arriva all’ omertà e bustarelle pubbliche anche nel comportamento della popolazione le responsabilità sono tante
Perchè qui si è tutti allo stesso livello di colpevolezza, da quello che abbandona la bottiglia o il sacchetto di plastica nel parco pubblico a quello che firma il progetto dell’ennesima costruzione kitch mettendosi in tasca la solita bustarella.
Adesso per restare appunto nei ristretti confini delle Valli Bormide citate da Zunino staremo a vedere se nella realizzazione del megagalattico progetto del muro di contenimento della Bormida di Millesimo queste esigenze di tutela del paesaggio verranno rispettate.
Il disegno nasce dall’esigenza di difesa della Borgata Giarone di Bubbio e della ditta Stampaggio Acciai Val Bormida S.P.A. da possibili future alluvioni quali quelle catastrofiche del 1994 e del 2016.
A parte la validità del progetto su cui si potrebbe e dovrebbe dibattere a lungo, e di cui una grossa fetta della popolazione locale nutre grossi e temo fondati dubbi, siamo sicuri stavolta che verranno rispettati dalle istituzioni pubbliche con la supervisione del comuni direttamente interessati quei parametri di rispetto e tutela ambientali che una zona confinante con il territorio patrimonio Unesco 2014 richiede a priori ?
Grazie Sig Zunino per avermi col suo articolo dato lo spunto di ribadire cose che stanno a cuore di moltissime persone e per la sua attività ed impegno sul tema della tutela ambientale.