Blog: Nati come funghi
Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero letteralmente«diario in rete». Basta un giro velocissimo su qualsiasi portale i blog in poco tempo hanno dilagato, imponendosi nella società contemporanea come fonte di informazioni e notizie sempre più autorevole.
Milioni di persone hanno quello che si potrebbe definire il loro diario personale in rete, una rubrica di contenuti vari, commenti, aneddoti, saggi, articoli di vario genere, tutti scrivono, commentano, esprimono la loro riflessione come sto facendo io in questo momento.
Effettivamente è una vera rivoluzione sociale, l’individuo comune non ha mai avuto tanto spazio, possibilità e mezzi per esprimere e far conoscere il proprio pensiero.
Parallelamente fenomeni come facebook ampliano in modo esponenziale questa diffusione e condivisioni di opinioni e riflessioni, ma quanto ha inciso e quanto potrà incidere sull’opinione pubblica generale e sulla vita sociale e politica è difficile da valutare.
Curare anche solo in parte un blog richiede una quantità di tempo non indifferente, già solamente Facebook volendo tenere vivi e aggiornati i contenuti richiede un impegno notevole.
Questo porta ad una logica e pragmatica considerazione, la maggioranza di chi può permettersi di dedicare questa grossa fetta di tempo al web- write non è sicuramente costituita dai lavoratori, operai delle fabbriche, falegnami, muratori, manovali vari , ovviamente qualcuno ci sarà ma la gran parte di loro arrivando a casa stanchi e sfibrati dal lavoro preferiranno sicuramente rilassarsi in qualche modo, che sia la tv, un cinema, la discoteca, la pizza con gli amici o quant’altro poco conta.
La morale direte voi? Sempre la stessa, da tempo immemore lo scotto lo pagano i meno fortunati, in realtà lo sviluppo frenetico dei blog e di fenomeni come facebook invece di favorire l’integrazione rischiano di fare il contrario.
I nuovi strumenti del web appunto per la loro velocità, l’incredibile facilità di aggiornamento in tempo reale, la rapidità degli scambi culturali soprattutto per quel che concerne gli sviluppi e le conoscenze tecniche stanno appunto tagliando fuori tutta quella parte di popolazione che per tipologia lavorativa e condizione sociale non possono partecipare alla corsa se non per altre ragioni già solo per la mancanza di tempo
E la corsa appunto per la crescente potenzialità offerto dal web si fa di giorno in giorno così rapida ed incontrollabile che questo nuovi strumenti rischiano di innalzare uno scalino sempre più alto ed invalicabile dalla popolazione meno abbiente.
Per non parlare della tanto declamata e sventagliata integrazione degli extracomunitari, cosa faremo, garantiremo a tutti loro un corso di informatica e gli regaleremo un computer a testa ? Scusate, avete ragione, non fa nemmeno bisogno di farmelo notare, facile per me, fondatore del gruppo “predico bene per razzolare male“