Cognomi Italiani Particolari
Cognome Cappelli- o
- Ci sono circa 2419 famiglie Cappello in Italia. (Sito Cognomix. it)
- 1461 in Sicilia, 476 in Veneto, 352 in Lombardia, 179 in Piemonte, 131 in Puglia, 581 in Lazio, 85 in Trentino A. A., 67 in Calabria, 50 in Friuli V. G., 50 in Liguria, 50 in Campania, 43 in Emilia-Romagna, 32 in Toscana, 13 in Sardegna, 10 in Molise, 10 in Marche, 5 in Umbria, 2 in Abruzzo, 2 in Valle d’Aosta.
- Ci sono circa 5030 famiglie Cappelli in Italia. (Sito Cognomix. it)
- 1886 in Toscana, 801 in Emilia-Romagna, 581 in Lazio, 504 in Lombardia, 207 in Marche, 194 in Campania, 174 in Piemonte, 147 in Puglia, , 142 in Liguria, 137 in Abruzzo, 60 in Veneto, 47 in Umbria, 32 in Friuli V. G., 28 in Calabria, 28 in Trentino A. A., 23 in Sardegna, 20 in Sicilia, 7 in Valle d’Aosta, 7 in Molise, 5 in Basilicata.
- Varianti: Cappiello, Cappella, Cappilli, Capelli, Capello
- Alterati e derivati: Cappelletti/ o, Capelletti, Cappellini/ o, Cappellin, Cappelloni,Cappellacci, Cappellari/ o, Cappellazzo, Cappelluti, Capelluti,
La moglie [“Se il mio si permette di “alzarla” gli dico subito “Giù il cappello”].
Cappello: Origine e significato
Originariamente derivato come diminutivo da “cappa” sulla base del volgare latino “capa” su voce del verbo “capere”(prendere, contenere) nel senso che “contiene”, avvolge tutta la persona.
La base è riscontrabile nel greco antico “kaptein“probabilmente su una radice ancora più antica “kap“(contenere) collegabile anche la voce sscr “kapalas” (cranio, teschio, testa) a cui fa riferimento anche il latino”caput, capitis“(testa, della testa) Fonte: Etimo. it.
Quindi il “cappello”, in latino “cappelus“, nasce dall’accostamento di queste due voci, una come diminutivo di cappa e l’altra che richiama il “caput” cioè la testa quindi con la valenza in generale di “piccola cappa che circonda la testa- vaso che contiene la testa”.
Per concludere, il cognome ha alla base, per prima cosa, soprannomi che riflettono generalmente mestieri ed attività commerciali (produttore, fabbricante e/ o commerciante di cappelli).
Per altri ceppi il cognome potrebbe essere una variante di “capelli” a volte con valenza vezzeggiativa (Cappellini), a volte dispregiativa (Cappellacci) e riflettere delle caratteristiche fisiche come quella di portare capelli molto lunghi.
Comunque l’opinione generale della maggioranza degli studiosi è che, anche in questi casi si tratti, in generale di varianti di Cappelli/ o legate alla abitudine dei capostipiti di portare cappelli di foggia particolare od anche cappucci ed altri tipo di copricapo che attiravano l’attenzione o che ne specificavano l’origine.
Inoltre i cappelli, come è dimostrato dalla loro presenza in vari stemmi araldici, erano spesso un simbolo di distinzione e di riconoscimento. Infatti sino dalle epoche più antiche (Grecia ed Egitto) è stato un simbolo multivalente di appartenenza a categorie ed ordini politici, militari ed ecclesiastici.
In altri casi i soprannomi potevano essere legati a toponimi di località caratterizzate dalla presenza di una cappella votiva. Di questi toponimi si hanno ancora tracce in frazioni presenti un pò in tutta la penisola.
Il cognome abbastanza antico è già documentato a Genova nel 1156 e Firenze nel 1260 (Cappellus) e nel Trentino (Cappellatus) [fonte Emidio De Felice].
Etimologia Stupidaria
In epoca medievale durante i tanti scontri e battaglie che le città dovevano sostenere molte volte anche le donne erano chiamate direttamente a partecipare e dare il loro contributo alla difesa dagli attacchi ed invasioni degli eserciti nemici.
Sembra che, in una di queste epici scontri passati alla storia verbalmente tramandata, in cui l’intervento delle “cittadine” fu determinante e risolutivo alla loro guida ci fosse un capitano di ventura particolarmente affascinante e sensualmente attraente.
Pare ,di conseguenza, che la massiccia e “calorosa” partecipazione di gran parte della gioventù (e non) femminile fosse più dovuta all’idea di attirare l’attenzione del leggiadro comandante che non quella del comunque già profondo desiderio di salvare la città.
Fatto stà che in quei frangenti e nei resoconti e rievocazioni immediatamente successive la frase più ricorrente ripetuta, nei vari ambienti e ritrovi femminili, con aria sognante e voce languida, fossero “Per un capo così bello– Un capo così bello- Che capo bello!” Ben presto del capitano, reo di cotanta leggiadra bellezza, si dimenticò il suo vero nome e per tutti (soprattutto tutte) divenne “Capobello”.
Da qui ad arrivare a “Capello“e subito dopo al più allusivo e canzonatorio “Cappello” il merito si ritiene da imputare, chissà poi perché, alla popolazione maschile della città.