Diffusione del Cognome in Italia
Ci sono circa 47 Cervello in Italia. (Sito Cognomix. it)
20 Sicilia 3 Campania 8 Calabria 2 Piemonte 7 Lombardia 1 Toscana 5 Puglia 1 Sardegna
Portare questo cognome offre l’evidente vantaggio di non correre il minimo rischio di pretenziosità, supponenza e superbia nell’affermazione: “Io si che sono un Cervello”
Varianti del Cognome Cervello
- Cervelin abbastanza raro è tipico del Veneto e della Lombardia, Delle 42 presenze del cognome Cervella 15 sono in Piemonte, 9 in Campania e poi sporidicamente nel resto della penisola.
- Cervelloni è tipico dell’Italia centrale (Lazio, Toscana, Marche) così come Cervelli (sulle 500 presenze in Italia) domina soprattutto in Lazio, Toscana ed Umbria con comunque un certa presenza in Lombardia (55), Puglia (33), Abruzzo (32) in Campania (23).
- Cervellini (164 presenze) ha la massima presenza nelle Marche (48), Abruzzo (33) e Lazio(30), Cervellino (44 presenze) conta 24 presenze in Basilicata e 8 in Lombardia, 3 in Puglia, Abruzzo e Lazio, 1 in Molise, Piemonte ed Emilia- Romagna (fonte Cognomix. it).
Origine del Cognome Cervello
In linea di massima si tratta di cognominizzazioni di soprannomi a loro volta derivati da delle varianti ipocoristiche spesso con alterazioni dialettali e volgari , del nome medievale latino Cervelius, forma alterata del nomen latino Cervilius a sua volta variazione, per cambio della consonante iniziale, del nomen latino Servilius, nome di famiglia patronimico derivante dal prenome Servius (inteso nel senso di colui che preserva) che probabilmente fu il fondatore della casata della gens Servilia, antica famiglia patrizia Romana già nota nei primi anni della repubblica.
Secondo alcuni studiosi invece molti ceppi derivano si da soprannomi ma con una derivazione diretta dal sostantivo “Cervello“ su voce latina “cervellum-cerebellum“diminutivo di “cerebrum“con valenza di encefalo vero e proprio ma anche di senno, intelletto, raziocismo.
Alla base la stessa radice greca “Kar, Kara, Karenon” (capo, testa )confrontabile con il sscr “ciras“, zendo” cara- caranh“con lo stesso segnificato di capo, testa. Il suffisso aggiunto “brum” ha la medesima valenza di “fer- o” variante dell’antico “ber- o” (portare) confrontabile con la radice indo europea “bhar- phare” con il sscr “kar- paras“(vaso e teschio).
E’ evidente l’analogia sempre con il sscr “Kapalas” (guscio, teschio, cranio) dall’antica voce “Kapa” (capo) dalla radice “Kap“(contenere) affine con le radici greche “kara- Karenon“(testa) e “keras“(corno), ed ancora “korone“(corona, curvatura).
Tutte voci che hanno alla base l’antica radice “kar” variata in “kor” con la stessa valenza di “volgere in giro” che accomuna tutto quello che avvolge, circoscrive, circonda qualcosa quindi ovvio l’accostamento della voce “cervello” con quella di “testa” (fonte: etimo. it)
Per altri esperti è possibile che alcuni ceppi abbiano invece alla base dei soprannomi legati al termine di origine normanna “cervillier“ che era all’epoca una sorta di elmo o fascia metallica che cingeva il capo.
Più che probabili legami e dipendenze incrociate con cognomi quali Cervellera, già documentato nel tarantino sin da 1700, dove un Pietro Cervellera era priore della confraternita del Santissimo Sacramento e Cervigliere.
In effetti quasi tutti gli esperti concordano sulla teoria di diverse origini spesso intrecciate fra di loro da varianti, sovrapposizioni e trascrizioni
Etimologia Stupidaria
Banale l’origine del ceppo principale del cognome Cervello, soprannome dovuto ad una leggenda che narra che, in epoche remote, il re di una non ben precisata zona della Francia avesse come massima passione quella della caccia, una passione così forte e compulsiva che trascinava continuamente il sire in epocali battute alla bramosa ricerca di prede sempre più rare ed ambite che una volta catturate lo lasciavano nuovamente del tutto insoddisfatto rigettandolo in una voglia ancora maggiore di nuove catture.
La leggenda racconta che il sire in una di queste battute di ricerca s’ imbattè in uno splendido esemplare di “cervo”, il più maestoso e bello che un essere umano avesse mai visto. Ovviamente la scoperta del fantastico animale sprofondò il re in un esasperato ed incontrollabile desiderio di catturarlo che lo spinse ad abbandonare ogni minimo senso di cautela e controllo della situazione.
Il regnante inseguiva l’animale che, come protetto da un alone di magia, sfuggiva ogni volta ai continui e sempre più esasperati tentativi di cattura. Il sovrano cacciava giorno e notte, in qualsiasi condizione di clima, sotto sole cocente, acqua e neve, apparentemente insensibile alla fatica. La conclusione era scontata, il re si ammalò gravemente, pare che nel lungo delirio che lo portò alla morte mormorasse quasi sempre la stessa frase “che cervo bello, che cervo bello”
Sino ad allora non era ancora stato coniato un termine specifico per indicare quella materia grigia che dovrebbe guidare ogni nostra minima azione e che nel caso specifico lo fece in così malo modo, da quel momento come etichetta dell’ispiegabile ed incomprensibile comportamento del re fu appunto chiamato “Cerbello” da cui poi “Cervello“