Presenze del Cognome Corazza in Italia
Ci sono circa 1771 Corazza in Italia (sito Cognomix. it)
390 Emilia- Romagna 25 Abruzzo 377 Veneto 23 Sardegna 347 Friuli V. G. 16 Campania 177 Lombardia 11 Basilicata 140 Lazio 6 Sicilia 112 Piemonte 4 Puglia 41 Trentino A. A. 3 Valle d’Aosta 34 Marche 3 Umbria 33 Liguria 1 Molise 27 Toscana 1 Calabria
Etimologicamente dal latino “Coracea- Coracja” probabilmente da “corium” (cuoio) collegato a “scortum” (pelle, cuoio)per il fatto che le prime armature erano costruite con cuoio.
Poco sostenuta anche se qualcuno la propone una derivazione da “cuore” nel senso che l’armatura protegge questa parte vitale del torace.
Corazza dovrebbe derivare dal nome medioevale Coraza di cui abbiamo un esempio in Coraza canonarius in palatio Pupii, citato in un testo dell’epoca, o anche con Coraza Ubaldini che nel 1302 venne esiliato, assieme al poeta Dante Alighieri, da Firenze, come si può leggere in una relazione di Dino Compagni .
Può anche derivare da soprannomi legati al vocabolo corazza, derivanti da un capostipite a lungo impegnato in campagne militari o da episodi particolari in cui fosse stato coinvolto. Più probabile come soprannome attribuito ad un militare per la sua incredibile resistenza fisica o morale ad ogni sorta di sacrificio e privazione.
Di cognominizzazioni derivati da questi soprannomi abbiamo un esempio nella Bologna del 1700 con Ercole Corazzi, letterato e scienziato.
Uno dei ceppi più conosciuti diede vita a Matera, in epoca settecentesca, ad una delle più facoltose famiglie della città con capostipite Cristoforo Corazza . S’insedia a Matera per esercitare il mestiere dei suoi antenati, conciatore di pelli.
Sembra, in base alla tramandazione orale, che la famiglia fosse di origine veneta. L’ipotesi è attendibile per il fatto che già dal Medioevo, l’attività conciaria ebbe il suo maggior sviluppo proprio nella laguna veneta e solo successivamente si estese agli altri centri del nord.
Il veneziano Cristoforo sposò la materana Maria Braja assicurandosi in breve tempo presso l’aristocrazia e la borghesia cittadina stima e fiducia per la sua abilità conciaria e la realizzazione di oggetti in cuoio . Col tempo, un ramo della famiglia, abbandonato il mestiere originario, intraprese nuove e più cospicue attività lavorative, legate alla borghesia agraria e intellettuale della città.
Curiosità
Ogni anno a Matera il 2 luglio, dal mattino, si rievoca un’antica celebrazione liturgica, in onore della Madonna, istituita da Urbano VI nel lontano 1839, chiamata la Festa della Bruna che pare risalire ad un epoca addirittura antecedente il 1300
Secondo vari studiosi alla base dell’etimo “Bruna” (Madonna della difesa e della protezione) ci sarebbe il termine “brunja” dal latino medioevale che significa appunto “corazza”
Etimologia Stupidaria
Pare che in epoca medievale, in quel di Ravenna, vivesse una donna di rara bellezza ed irresistibile fascino, felicemente sposata ad un signorotto locale. Ovviamente era continuamente insidiata, nella sua virtù, da una vera e propria corte di spasimanti che ricorrevano a qualsiasi mezzo ed espediente, pur di accaparrarsene i favori, fosse anche per una sola notte.
Ma la bellissima, anche se certamente non insensibile alle decine di quotidiane avances degli speranzosi e trepidi cavalieri, così come ai fiori, alle lettere, poesie e preghiere (tant’ è vero che pare avesse confessato a qualcuno dei tanti innamorati di essere stata profondamente lusingata dalla loro ammirazione), sembra che comunque non abbia mai ceduto e mai tradito il marito che lei amava teneramente.
Per questo motivo, alla lunga, i commenti dei tanti che ci avevano provato, legati ovviamente dalla comunanza della sorte e dalla reciproca solidarietà del dolore della sconfitta, ma anche da un etico e profondo rispetto per la virtù della donna e per la fortuna del marito vertevano sempre più spesso sullo stesso concetto: “Eh, si Cora (questo il nome della stupenda damigella) è proprio di un altra razza” “Della raza di Cora ce ne sono poche” “Cora è di un altra razza”
Da qui per l’estrema facilità con cui, nel medioevo, si sfornavano soprannomi per evidenziare caratteristiche positive o negative di un personaggio più o meno noto, in breve tempo il nome per designare la donna divenne “Coralarazza” da cui per elisione “Corazza” appunto. Banale spiegare che questa grande resistenza della donna ad ogni tentazione conferisse al termine,il suo valore semantico di resilienza e protezione