Presenze in Italia del Cognome Manna
Ci sono circa 4590 famiglie Manna in Italia.
1790 Campania , 512 Sicilia , 376 Lazio, 299 Puglia, 295 Lombardia, 271 Piemonte, 259 Calabria, 212 Marche, 119 Emilia-Romagna, 94 Toscana, 83 Abruzzo, 81 Liguria, 54 Veneto, 39 Molise, 36 Umbria, 24 Sardegna, 19 Friuli V.G., 16 Trentino A.A., 14 Basilicata, 7 Valle d’Aosta
Ipotesi e studi sull’origini del Cognome
Il cognome Manna è molto antico e la sua origine deriva da tradizioni greco e latina.
Alla base infatti deriva il termine “manna”, parola di origine semitica che indica quella resina dolce e nutriente inviata da Dio per nutrire gli ebrei nel loro lungo viaggio nel deserto del Sinai per giungere alla terra di Canaan, un percorso durato circa 40 anni.
Quindi con ogni probabilità il cognome Manna acquisì nel contesto un significato simbolico con una valenza specifica di prosperità e abbondanza.
Tale espressione rappresentava appunto e chiaramente il legittimo stupore degli ebrei davanti alla miracolosa caduta del prodotto fino ad allora sconosciuto.
La manna è un cibo antico biblico e secondo il XVI libro dell’Esodo, il suo nome quindi deriverebbe da “Mân Hu” che significa “cos’è?”. Questa espressione rappresenta lo stupore per gli ebrei nel veder piovere un cibo sconosciuto dal cielo, mandato dal loro Dio nel deserto per cibarli.
Scontata la sorpresa del popolo ebreo la prima volta che videro cadere al suolo “piovendo” dal cielo la manna e altrettando scontata la domanda di probabile provenienza aramaica “Man-hu” in senso letterale “che cos’é ?”.
La manna appariva come una brina fine e leggera, bianca, al gusto simile ad una focaccia col miele’, la straordinaria pioggia di manna .[lat. tardo mănua(m) ‘manciata’, da mănus ‘mano’ ☼ sec. XIII] da Man-hu nel senso di sorpresa
La manna è dunque uno stupore, una domanda esistenziale, man-hu ? che suona da subito come una domanda esistenziale. Una interrogazione sullo svolgersi degli avvenimenti, sul senso e perchè delle cose, sugli stessi piano divini molte volte misteriosi ed incomprensibili.
Quindi i quaranta anni del deserto simbolizzano allora l’intera vita umana, il senso delle cose, le ataviche origini esistenziali, il rapporto tra Dio e l’uomo.
Ma che cosa era,nella realtà, questo cibo divino?? Quasi sicuramente si trattava di una secrezione vegetale, una delle più note era una linfa che veniva estratta di alcuni tipi di alberi di frassino. Essa è un prezioso prodotto tipico della Sicilia attualmente presidio Slow Food.
Ma la manna è anche il liquido proveniente da una secrezione dai rami giovani di alcune piante tipicamente deserti, forse provenienti dal vicino Oriente quando vengono punte da particolari cocciniglie.
L’ipotesi più probabile è che la manna del deserto’ sia un composto di talli di Lecanora esculenta, un lichene commestibile molto diffuso nelle zone desertiche dell’Asia Minore , della Persia e nellAfrica settentrionale.
Il vento, a volte, riesce a staccare le ife che tengono i talli attaccati al terreno , trasportandolo nella sua consistenza molle e nutriente per distanze anche notevoli.
Il tallo è un insieme di glomeruli bianchi o giallastri, che crescono sul terreno e formando cortine che in grado di raggiungere anche una spessore di 5 cm. I venti possono trasportarli in grande quantità e lasciarli cadere lontano. Questa prerogativa spiega la nota “pioggia di manna” .
Nelle Sacre Scritture,quindi in ambiente religioso questo alimento dolce che piove dal cielo, che si scioglie al sole , che ricorda il sapore del miele dalle indubbie qualità organolettiche, diventa il simbolo della religione stessa e della connessione misteriosa dell’umano col divino.
Altri ceppi derivano da un collegamento con l’idea di grandezza relativi a zone o a caratteristiche fisiche, la magna (grande casa o persona).
Gli studiosi sostengono anche la possibilità di una derivazione, attraverso una serie di modifiche successive da termini di provenienza longobarda come arimanno o dal nome della nazione stessa di provenienza Alamagna (Germania).
Altri esperti pensano che derivi dalla parola latino “magna, magnus” che avrebbe il significato di “la grande, il grande” con un collegamento appunto a voci longobarde. Dovrebbe qundi derivare da un soprannome legato a qualche alterazione dialettale del vocabolo latino magna, “la grande”. Infatti sono molti a sostenere che derivi dalla radice germanica”mann” che vuol dire “uomo”.
Le tracce araldiche risalgono al 1037, anno in cui si parlò di un certo Teodosio Manna, residente a Cremona e nel 1500 di un tal Ladislao noto legista molto conosciuto in ambiente pontificio e presso l’imperatore stesso.
Il cognome Manna è diffuso in diverse regioni italiane, in particolare in Campania, in Calabria e in Sicilia. La sua diffusione in quest’ultima regione, hanno spinto gli studiosi a proporre una derivazione dal termine siciliano “manna”, utilizzato per indicare un particolare tipo di resina ottenuta dai lecci. Un indizio che confermerebbe questa ipotesi è l’esistenza di uno stemma nobiliare con il cognome “Manna” a Palermo, scolpito su un nobile palazzo di questa città nel XVII secolo.
Etimologia stupidaria
Quasi scontata come origine la voce “panna” con semplice cambio della consonante iniziale.