Cognomi Italiani particolari
Cognome Pasqua
- Ci sono circa 1955 famiglie Pasqua in Italia. (Sito Cognomix. it)
- 265 in Sicilia, , 253 in Lombardia, 228 in Puglia, 189 in Calabria, 164 in Lazio, 149 in Emilia- Romagna, 149 in Piemonte, 130 in Toscana, 108 in Campania, 91 in Veneto, 79 in Abruzzo, 46 in Liguria, 40 in Umbria, 17 in Trentino A. A. , 16 in Sardegna, 15 in Friuli V. G., 12 in Basilicata, 5 nelle Marche, 2 in Valle d’ Aosta,2 in Molise
- Varianti:Pasqui, Pasca, Pasco, Paschi, Di Pasqua.
- Alterati e Derivati: Pasquelli, Pasquetti, Pasquini, Pasquino, Pasquinetti, Pasquinucci, Pasquinuzzi, Pasquotti, Pasquazzo, Pasquati, Pasquato, Pasquet, Pasquotti, Paschetti, Pascheto, Paschini, Paschucci, Pascuzzi, Pascoli, Pascolo, Pascoletti, Pascolini, Pascolano, Pascolato, Pascolat, Pasculutti, Pascon, Pasquon, Pasquarella, Pasquarelli, Pasquariello.
La moglie: “Con mio marito sono felice come una Pasqua“.
Pasqua: Origine ed etimologia del cognome
Le due forme basi sono Pasca (diffuso soprattutto in Puglia) e Pasqua ( come si è visto panitagliano). Tra le varianti anche Pasquale è panitaliano, Pasquali predomina in Italia centrale e al Nord, Pasqui è tipicamente toscano, Paschi è molto raro (secondo il sito Cognomix solo 6 presenze nella penisola di cui 4 in Lombardia), Pasquato e Pascutti sono veneti, Pascoli e Pascolo sono diffusi soprattutto in Friuli V. G., Pasquet solo 9 presenze tutte in Piemonte, Pasquotto, abbastanza raro, è veneto, Pasco ha la maggior diffusione in veneto, poi in Toscana, Piemonte, e Friuli V. G..
Il cognome Pasqua, con le molte varianti sovente collegate ai cognomi nati dal nome Pasquale, deriva dal nome Pasqua, a sua volta generato dal tardo latino “pasca“, adattamento del greco.
Pàscha, connesso all’ebraico “pesach- pésah- pesakh“, aramaico “pischa- pascha“, tipico del cognome Pasquale con la valenza di “relativo alla Pasqua“sulla base del verbo ebraico “pasah”(Aramaico “Pasha“) con il significato di “passare oltre“, superare e al contempo tralasciare.
Questa particolarità di significato è collegata al noto episodio della Decima Piaga cioè l’uccisione dei primogeniti del popolo egizio. Dio aveva incaricato Mosè di ordinare al suo popolo il sacrificio di un agnello e di macchiare con il suo sangue tutte le porte degli ebrei, quando l’angelo della morte ne incontrava una la saltava e “passava oltre“colpendo invece tutte quelle non segnate degli Egiziani.
Questa valenza del “passare oltre” è confermato anche dal nome della città di Tiphsa che i greci e romani chiamavano Thapsacus, famosa come punto di raccolta e successiva partenza di tutte le carovane che da questo luogo attraversavano l‘Eufrate, appunto “passando oltre“.
Molti studiosi però, pur non riuscendo ad anteporre un altra chiara derivazione etimologica del termine, non accettano la tesi dell’origine di Pasqua da questo verbo mettendo in discussione la validità storica del racconto biblico.
Secondo loro alla base di Pascha ci sarebbe il verbo “paschein” col significato di patire, collegato alla croce come sofferenza e passione di Cristo poi volutamente ampliata da un gruppo di Padri della chiesa asiatica con il miracolo della Resurrezzione.
Curiosità:
Molti altri esperti sostengono che la Pasqua derivi da antichissime tradizioni nordiche e che etimologicamente il sostantivo è collegato a quello inglese “Easter“, per l’appunto una festa pagana dedicata alla Dea Eostre, divinità Sassone (confrontabile con Venere ed Afrodite) incaricata della rinascita vegetativa e relativa fertilità legata alla Primavera. Secondo loro molte feste organizzate dalle Chiese Cristiane Orientali si rifacevano a riti ed ad aspetti comuni a quelle pagane primaverili.
A conferma, fanno notare punti d’incontro tra l’idea della resurrezione con quella della rinascità primaverile e che l’usanza dell’uovo di Pasqua è praticamente la stessa dello scambiarsi in onore ad Eostre, dea della fertilità, delle uova “sacre” sotto un albero simbolo della magia e mistero divino.
Quindi il cognome più nelle sue varianti che nella forma base veniva attribuito a bambini nati il giorno di Pasqua o perlomeno nel periodo delle feste pasquali con una valenza gratulatoria di testimonianza di fede ed anche benaugurale di speranza di una vita ricca di virtù e di credo religioso.