Presenze del Cognome in Italia
Ci sono circa 14 Rastrello in Italia tutti nel Lazio (Sito Cognomix. it)
Ci sono circa 154 Rastrelli in Italia (Sito Cognomix. it)
88 Toscana 5 Veneto 17 Campania 5 Liguria 14 Lazio 3 Emilia- Romagna 11 Lombardia 1 Calabria 10 Piemonte
Varianti: Rastelli/ o, Rastiello, Rastro, Rastellini/ o, Rastiello, Rastellino
Rastelli, con 1280 presenze in Italia secondo il sito Cognomix è la variante, come numero, più consistente, è presente un pò in tutta Italia ma soprattutto al Nord, in Lombardia e Piemonte e nell’Italia centrale con la punta massima in Emilia Romagna(342 presenze), abbastanza diffuso in ordine di numero nell’Abruzzo, nelle Marche, Lazio, Toscana, al Sud in Campania(46 presenze).
Rastellini, molto raro(18 presenze) è abruzzese e laziale , Rastellino, altrettanto raro (27 presenze) è tipico del Nord (Piemonte e Lombardia), Rastello conta 130 presenze in Italia di cui ben 98 in Piemonte, Rastiello, abbastanza raro (37 presenze in Italia) è tipicamente campano (31 presenze) , per la precisione di San Giuseppe Vesuviano (NA), Rastro è rarissimo (secondo Cognomix solo 2 presenze in Lombardia e 2 in Campania)
Origine Etimologica
Etimologicamente Rastrello deriva dal latino “Rastellus” diminutivo di “raster- rastrum” nato dall’aggiunta del suffisso “trum” supino alla radice “ras” del verbo latino “radere, rasare” (part passato “rasus“- fonte etimo.it) collegato a “rodere“, dal latinò“rodentem“, voci entrambe affini al sanscrito “radati” (graffi, rode) e “radanah” (dente) da cui anche il vocabolo di significato simile “rosicchiare“. Con questa valenza legata all’idea del “rasare, raschiare”è nato il vocabolo rastrello come strumento apposito per “raschiare, pulire la terra”.
Secondo molti studiosi , basandosi sulla evidente maggior diffusione del cognome nelle zone della penisola più rurali, il cognome “Rastrello” deriva da soprannomi legati a questo strumento ed ad attività collegate come quella di braccianti agricoli o giardinieri ed in casi più rari a fabbri esperti nella realizzazione del manufatto.
Altri etimologisti ritengono che una buona parte dei ceppi originali derivino invece dal lemma “rastrello” nel suo secondo significato di cancello, steccato mobile adatto a chiudere un passaggio di qualsiasi genere lasciando però la possibilità di vedere dall’altra parte.
Per questi esperti il termine deriva dai famosi “rastrelli o restelli di sanità“istituiti appunto dai vecchi “Provveditori di Sanità” durante i periodi di epidemie di peste.
I “Rastrelli“, veri e propri presidi militari, sorgevano numerosi un pò dappertutto su strade, passi, ponti e ogni altro tipo di passaggio per bloccare l’accesso a paesi e città nel tentativo di ridurre il contagio, infatti non si poteva uscire dalla zona contaminata dall’epidemia senza la “bolletta di sanità”, i soldati avevano l’ordine perentorio di uccidere chiunque tentasse la forzatura del cancello senza l’esibizione del documento.
In quest’ottica il cognome potrebbe derivare da un soprannome legato all’attività del capostipite come guardia o responsabile di un “Rastrello” o più probabilmente dal luogo o abitazione di provenienza situata appunto nei pressi di uno di questi Rastrelli. A sostegno della loro tesi fanno notare la presenza nella penisola di numerosi toponimi quali Rastellino (MO), Rastello (CN), Rastello di Villa del Conte (PD) ed altri.
Bisogna poi ricordare che “Rastrello” è anche il nome di un utensile specifico utilizzato, alla fine del Settecento, nei lazzaretti del tempo per la disinfestazione delle buste e lettere trasportate da navi e bastimenti. L’utensile venne realizzato per sostituire il metodo precedente cioè la bonifica manuale tramite apertura della lettera giustamente considerato troppo invasivo ed eticamente scorretto, l’apertura era necessaria per far penetrare all’interno della busta gli appositi fumi e vapori (detti profumi) utilizzati per la bonifica.
Il “rastrello” permetteva appunto l’esecuzione di appositi fori e tagli sulla busta che permetteva il passaggio dei fumi all’interno senza dover aprire la lettera.
Ogni grande lazzaretto aveva un suo particolare strumento con una particolare posizione delle lame che costituiva una specie di timbratura di provenienza, era facile infatti distinguere dal tipo e dalla posizione dei fori e dei tagli in quale luogo era avvenuta la disinfestazione.
Per concludere è quindi possibile, anche se non documentata, che qualche ceppo del cognome abbia un origine o perlomeno un intreccio con un soprannome legato a qualche attività o lavoro di questo genere.
Ancora una nota, non ci sono legami chiari con le voci italiane per cui più che altro è una curiosità, in spagnolo la voce latina “rastrum” nel senso di “rasare, raschiare, tagliare” aveva una valenza più ampia che coinvolgeva anche le attività di macellatura come la decapitazione e scuoiatura degli animali.
Il “rastrum o raster“poteva anche indicare lo strumento utilizzato per compiere l’operazione e per collegamento anche il luogo quindi il macello e la via, la pista di camminamento per arrivare ed ritornare dal mattatoio e quindi “rastro” anche con valenza di “traccia, scia” di sangue lasciata dagli animali macellati e per associazione anche “sentiero“.
Ancora nei giorni attuali in Spagna il “rastro”come “sentiero“indica un luogo di mercato, “El rastro“a Madrid è il più famoso mercatino di pulci di tutta la penisola
Etimologia Stupidaria
L’origine del cognome è di una semplicità totale, tutte le corti del XII e XIII secolo andavano a gara per accaparrarsi i migliori ambulanti dello spettacolo per allietare ed impreziosire le grandi feste che si davano nello loro suntuose dimore.
Erano questi i vari buffoni e giullari minori generalmente senza fissa dimora che giravano di castello in castello. Di rango e dignità superiore era invece il menestrello, vero professionista dell’intrattenimento con un repertorio di classe che includeva il canto, la musica, la poesia con anche opere proprie.
Sembra che in epoca di primo medioevo uno di questi, dall’originale nome Stello, avesse avuto la geniale idea e trovata scenica di esibirsi in modo del tutto originale e diverso dai suoi colleghi. Innanzitutto a differenza di costoro generalmente abituati ad una dimora stabile e a prestare il loro servizio presso la medesima persona altolocata questi era invece un imperituro girovago anche perchè richiestissimo in ogni parte d’Europa.
Quello che gli aveva procurato tanta notoriètà e lavoro era stata la sua brillante idea di aver reso di pubblico dominio quella che era diventata in poco tempo la sua leggendaria bellezza, la sua insuperabile maestria ed ‘unicità del suo spettacolo che consisteva soprattutto nella presentazione della prima parte, tra l’altro decisamente la più lunga, del suo spettacolo celandosi dietro una paratia realizzata con delle strisce in tessuto di “raso” in modo da essere visibile solo in parte.
Inutile dire che questa furbesca pensata collegata alla sua sempre più evocata bellezza e straordinaria sensualità della sua voce (si mormorava nelle riunioni nei salotti mondani di gentili signore svenute al solo sentirlo cantare o recitare le sue poesie) intrigò morbosamente, per ovvi motivi, sia il nobile ambiente femminile di tutte le corti europee che quello maschile per curiosità e desiderio di scoperta.
Banale che la paratia raso” vedo- non vedo” utilizzata dal menestrello potesse nel tempo evocare nel pubblico il soprannome al personaggio di “Ras- Stello” da cui poi “rastrello”per definire tutti quegli steccati costruiti con delle liste separate tra di loro da un apertura più o meno grande