Coronavirus: una lezione personale
Del Coronavirus si è detto in queste settimane cruciali di tutto e di più. Si sono fatte centinaia di analisi, studi approfonditi,valutazioni e considerazioni di ogni genere.
Sono stati presi in considerazione in innumerevoli articoli di giornali, trasmissioni televisive, dibattiti multiculturali ogni minimo aspetto della pandemia.
Si sono elogiate e criticate le contromisure adottate a livello politico e scientifico.
Spesso le interpretazioni, le riflessioni e le relative valutazioni scaturite sono state caratterizzate da pareri discordanti e contrastanti.
Spesso le opinioni degli esperti sono state tese e conflittuali altalenanti tra la critica più negativa e l’approvazione più positiva.
Quindi non sono certo io che posso o che voglio aggiungere qualcosa al contenitore strapieno.
Io desidero solo ribadire l’unica realtà che sino dall’inizio ha trovato la convergenza, l’accordo e la testimonianza di tutti cioè lo straordinario impegno dimostrato da medici ed infermieri nella cura dei contagiati.
E’un pensiero diventato una costante che nel corso delle giornate viene sovente a farmi visita.
Per me che non ho mai creduto nell’intrinseca bontà del genere umano è stato, per molto tempo, quasi una sorta di disturbo, un fattore di inquietudine.
Un pensiero che di tanto in tanto incuneandosi con prepotenza nei miei abituali ragionamenti mi strappa dalle mie solite riflessioni per gettarmi in faccia l’opera di quella gente.
Ovviamente è banale, a tutti non può non venire in mente tutti coloro (medici, infermieri, addetti alle pulizie, forze dell’ordine , volontari, ect) che sono impegnati in prima linea nella
guerra contro il coronavirus.
Alla grande, stupenda, ammirabile prova di umana solidarietà, di impegno professionale ad ancora di più etico e morale che hanno dimostrato e continuano a dimostrare nella loro assistenza ai malati.
Un impegno sovrumano, una partecipazione emotiva totale, un senso di comunione e fratellanza umana così elevato da portare al sacrificio estremo, quello della propria vita.
Come restare insensibili davanti ad una prova così eclatante. E nello stesso tempo come spiegarla? o meglio nel caso come il mio che ha fatto sue le parole di Guccini in Don Chisciotte:”In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre dove regna il capitale, oggi più spietatamente” , come spiegarmela.
Oltretutto per paradosso io non ritengo che l’uomo nasca geneticamente malvagio, la cattiveria è una malattia che si instaura nell’individuo per qualche mancanza di amore, per errori, diseducazione o impreparazione dei genitori il più delle volte anche loro vittime di una precedente mancanza di amore.
Nelle famiglie dove domina l’amore (quello vero) come stile di vita è ben difficile che la malvagità possa incunearsi.
Però dove domina la confusione, l’incertezza, la mancanza di equilibrio e di serenità la malattia prende il sopravvento e nei più dei casi diventa cronica con tendenza ad aggravarsi nel tempo.
Ma non è vero che il male vince sempre, aveva già perso diverse volte in epoche precedenti ma ha perso in modo eclatante ed esemplare con Gesù e poi è stato sconfitto dai vari martiri che gli sono succeduti.
E poi tutti quelli al di fuori della Chiesa, uomini politici, amministratori della legge, militari di ogni grado, detentori di cariche pubbliche e sociali per non parlare degli innumerevoli
semisconosciuti o del tutto sconosciuti che sono arrivati al sacrificio della propria vita per portare avanti i valori sociali ed umani in cui credevano.
E viene ogni giorno sconfitto in ogni gesto di solidarietà, di espressione d’amore sincero, di compassione e carità. Viene sconfitto da ogni gesto di perdono e comprensione e nemmeno si può affermare che di questi gesti ce ne siano pochi anzi si può sicuramente affermare il contrario.
Eppure tutto questo non basta, sembra quasi che il limite dell’amore e della solidarietà umana sia nella sua stessa intrinseca fragilità, cioè la nostra storia ci racconta che ogni suo tentativo di
allargarsi ed imprimersi a livello mondiale sia sempre fallito, sembra che ogni suo sforzo di crescita dimensionale e temporale si scontri con l’impossibile.
Più diventa stringente il desiderio del bene di assumere confini importanti ed una durata nel tempo consolidata più sembra diventare un’ utopia.
Il male invece in maniera molto più celata, confusa, nebulosa, ma terribilmente efficace, riesce a farlo con estrema facilità.
- Sarà il discorso di sempre che scegliere il male è molto più facile e comodo che scegliere il bene.
- Sarà che Dio stesso voglia che il suo progetto che contempla il diretto intervento del Cristo si realizzi secondo gli scritti.
- Sarà più semplicemente che Dio pur continuando a sperare nella redenzione dell’intera umanità attraverso la definitiva scelta del bene abbia preteso forse troppo dalle nostre esigue forze.
- Sarà che pure indicandoci la via da seguire abbia reso troppo difficoltoso ed impervio percorrerla.
Fatto sta che l’amore per il potere con tutte le sue conseguenze, avidità, invidia, accidia, menzogna, spergiuro e chi più ne ha più ne metta, dopo ogni parziale sconfitta, è tornato a tessere le sue fila e girare il vento a suo favore.
Al limite ha dovuto trascorrere certi periodi (fine delle guerre, rivolte che hanno proclamato diritti, periodi di storia con grande sviluppo dei principi sociali, grandi figure liberali ed illuminati ect ect) un pò in sordina, in paziente attesa di tempi migliori che sono sempre tornati a ridargli linfa vitale e nuovi più ampi successi.
Forse il problema più grande è che il malvagio è un “coronavirus” capace di contagiare nel suo raggio di azione decine di persone. e come il coronavirus ha bisogno per moltiplicarsi di luoghi affollati, di gruppi sociali, di associazioni , categorie, ect
Infatti è molto raro trovare malvagità vera in un singolo individuo, in una persona isolata, la malvagità come diceva una famosa canzone di Mia Martini( Che se l’uomo in gruppo è più cattivo
Quando è solo ha più paura) trova la sua linfa nel gruppo, nel senso atavico di appartenenza
E’ il caso del vicino di abitazione sempre gentile e disponibile che si trasforma nel caporeparto o capoufficio dispotico ed indisponente, la maestra senza la benchè minima sensibilità e preparazione psicologica per capire le esigenze emotive di un bambino, il graduato che invece di proteggere i suoi soldati li sacrifica per gloria personale, il politico corrotto, il commerciante disonesto, lo sfruttatore di turno, il vigliacco, il falso, l’immorale e via di questo passo .
I “giusti” che hanno a che fare con queste figure ricevono una costante violenza che in molti casi penetra le loro difese trasformandoli a loro volta in “malvagi”
Vorrei sbagliarmi e lo dico con sincerità, vorrei un giorno poter fare un mea culpa e dare ragione a tutti coloro che sostengono che da questa pandemia ne usciremo rinnovati e migliori ma continuo a ritenerlo improbabile.
E’ possibile che per un certo periodo sia così, può darsi che memori della nostra fragilità che ci è stata ribadita in modo così violento e memori del comportamento esemplare di chi si è preso cura di noi resteremo per un pò più generosi, più altruisti, più comprensivi verso chi ha molto meno di noi ma sarà, temo, il beneficio massimo che sapremo trarre da questa lezione.
Poco alla volta il “male” tornerà a tessere la sua tela, gli interessi delle multinazionali, delle grandi industrie, l’amore per il potere acquistabile col danaro riprenderanno il sopravvento.
Saremo noi stessi a concederglielo per garantirci tutte quelle comodità, quei servizi, quelle sicurezze di cui non siamo più capaci di fare a meno.
Torneranno l’invidia e l’astio, la calunnia, la condanna e la violenza. Tornerà la caccia al danaro come mezzo per emergere, per essere al di sopra del vicino, per controllarlo, per tenerlo al suo posto.
Tornerà la droga, la pornografia, lo sfruttamento nelle sue varie vesti, il ricatto, la corruzione e via di questo passo.
Non avverrà il miracolo della sparizione della miseria, della terribile disuguaglianza sociale intrinseca in ogni nazione ne tanto meno quella, stridente, tra Mondo Occidentale e Mondo Orientale e purtroppo non spariranno nemmeno le pandemie.
Questa mia convinzione comunque nulla toglie e non scalfisce minimamente la meravigliosa testimonianza d’amore rappresentata in primis da questi eroi delle corsie d’ospedale e a tutti gli altri addetti impegnati in qualche maniera all’assistenza più o meno diretta dei malati.
Una testimonianza che allarga il cuore, che fa bene allo spirito, che cura l’anima.
Così come nulla toglie a quel pensiero che continua invadente a confondere le mie convinzioni di una vita e continua a mormorarmi “a sua immagine e
somiglianza”-“espressione vivente del suo amore” “libero arbitrio”
Possibile che “la scelta dell’amore” sia davvero possibile??