Presenze del Cognome Bene in Italia
Ci sono circa 142 famiglie Bene in Italia(Sito Cognomix.it)
46 Puglia 25 Campania 10 Lombardia 9 Abruzzo 9 Sicilia 8 Lazio 6 Sardegna 5 Emilia- Romagna 5 Piemonte 5 Marche 4 Friuli V. G. 4 Toscana 3 Liguria 2 Calabria 1 Umbria
Varianti: Beni, Del Bene.
Alterati e derivati: Benelli e Benella, Benetti, Benetto e Benettini, Benini, Benucci, Benuzzi e Benussi, Benecci e Benezzi, Benelli e Beneli, Benetti e Benetto, Benoni e Benone, Benacci e Benassi, Benazzi e Benazzoli, Benecchio e Beneglio, Beneglia, Benanti, Benati e Benatti, Benato, Benecchi, Benussi.
Composti: Benassei (dove assei significa “molto”), Beneadduci, Beneduci, Bencivega, Bencivenga, Benincasa, Benintendi, Bentivoglio, Bentrovato, Benvenuto
Valenza del termine Bene
Il termine “bene”, come arcinoto, è l’antitesi a quello di “male”.
Il suo significato, ha assunto perlomeno nel pensiero occidentale, oltre all’ intrinseco significato etico, anche una valenza ontologica oggettiva ed universale tipica della concezione cristiana.
Nel pensiero orientale, il bene ha anche un valore gnoseologico, perché corrisponde alla conoscenza del Divino e della sua volontà.
Origine Genealogica
E’ la cognominizzazione del nome gratulatorio e augurale Bene, attribuito nel più dei casi a neonati come buon augurio di avere una vita piena di bene o come ringraziamento a Dio per il “bene” ricevuto in dono con la nascita del figlio
Moltissimi, come si è visto, gli alterati e derivati, già diffusi nel X e XI secolo specialmente in Toscana.
In alcuni casi alla base può esserci l’ipocoristico di origine germ. “Benno” od anche una variante riduttiva di Benedetto, specialmente nei cognomi sett. Benetti e Benettini.
Altri casi possibili una variante di Bennato , tipico per Benati e Benatti o da una troncatura di Benenatus od ancora dall”aferesi di nomi come Abbracciabene.
Talora è l’abbreviazione di Benedetto (Sennuccio del Bene).
Alcuni ceppi potrebbero avere delle famigliarità col germanico “Beno- Benno” Ci sono poi cognomi che all’apparenza sembrano essere di diversa origine ma che in realtà sono solo forte contrazioni di nomi composti sul cognome “bene”.
Per citarne qualcuno “Cenni- Cennini- Benze” da “Bencivenni” o come “Cisti” da “Beocivenisti” ad ancora “Benci, Benga, Benghi, Cenga, Cenghi” da “Bencivenga” o il veneto “Duse”da “Beneduce” a sua volta variazione di “Beneadduce” ( Bene adduci- Bene ci dirigi ).
Origine Etimologica
Bene dall’antico bene che si ritrova nella lingua attica con le voci “benistos” e “belistos” che stanno per “ottimo” e “duonos” diventato poi “buonos” (buono).
Per altri invece una derivazione dalla radice sscr “div-dve”(splendere) da cui “dveo-beo”(rendo felice) ( Fonte Etimo.it).
Per i sostenitori di questa ipotesi il senso e significato del termine “bene” ha basi arcaiche che risalgono alla primordiale nascita dei primi suoni gutturali della civiltà umana.
I fautori di questa teoria fanno notare come il concetto di “bene” in opposizione a quello di “male” deve essere stato una delle prime riflessioni del genere umano. Ha quindi una storia che arriva alla nostra preistoria ed ad un lessico arcaico e molto antecedente a quello latino a cui si fanno risalire le voci “bene- bonus”.
Quindi, come abbiamo già visto per moltissime altre voci, alla base della nascita di questi termini ci doveva essere per forza di cose quelle osservazioni della realtà, per l’uomo preistorico, più eclatanti, misteriose e magiche che erano il sesso e la maternità.
Infatti la stragrande maggioranza delle testimonianze più antiche della civiltà umana: fossili, incisioni rupestri, sculture arcaiche ect, sono una rappresentazione della vita sessuale e della maternità.
Quindi accettando l’ipotesi che la parole indicanti un sesso erano usate per indicare anche l’altro, si ha che le radici “b-n”-“p-n” – “f-n” – “v-n”, in origine, erano alla base dei primi rozzi tentativi di linguaggio usati per indicare primariamente i due organi sessuali e la relativa attività (Fonte: Tiscali/psilibello/b)
Quindi, in origine, la prima concezione di “bene” era strettamente legata appunto alla soddisfazione ricavata dal sesso per cui con ogni probabilità “bene” stava per “pene”
Considerando che, in base agli studi e ricerche fatte, pare che fossero le donne per la loro condizione sociale di dipendenza, ad essere molto più attive nell’elaborare un linguaggio è ovvio pensare che una delle prime frasi pronunciate possa essere stata “tu sei il mio bene” che aveva lo stesso significato di “tu sei il mio pene”
Sono svariati i sostantivi che hanno una valenza simile e che in epoca preistorica erano espressioni per indicare il sesso, i suoi organi, l’accoppiamento. Tanto per citarne qualcuno “vano”(organo Femminile) e “vena”(doppia valenza), “fano”(organo femminile) e “fieno”(organo maschile), che in latino è “fenum” ed inoltre “pane”(doppia valenza) e “pino”(valenza maschile)
Di questi termini un esempio calzante ed evidente è il verbo “bunèo”(= riempire, infarcire, otturare), che in una glossa, è spiegato con “il ficcare qualcosa nella bocca” che, ai primordi, indicava per forza il sesso. Quindi le radici “bun- ban-ben” così come il lemma “bene” indicavano l’organo sessuale.
Cioè il tema “bun” che si deve spiegare col significato originario della radice “v-n” o “p-n” e quello originario di “bene” doveva essere quello di “organo sessuale” Stessa cosa per il sostantivo “boùnos”(=altura) che allo stesso modo di bene nella primissima antichità alludeva al sesso maschile.
Gli esperti di queste teorie ritengono che le voci usate comunemente fra i popoli greci e romani avessero alla base la radice “bun- bon” che si ritrova in “bonus”. Gli eruditi del tempo sentivano la necessità di dare una “spiegazione scientifica” delle loro affermazioni per cui associarono l’uso dei termini “bene- bonus” alla relazione fra due individui di sesso opposto.
In questa ottica pensarono che i termini indicando una relazione a “due” dipendevano appunto dalle voci “due- duo”per cui classificarono e trascrissero al posto di “buonos- buenus” i lemmi “duonus- duenus”.
Ovvio che questa arbitraria decisione non potesse sopraffare la forza del linguaggio volgare parlato per cui nel tempo “duonus- duenus” furono totalmente dimenticati e definitivamente sostituiti con “bonus”.
Ma come si spiega che un termine che indicava esclusivamente il sesso con i vari attribuiti è passato ad avere quel significato di universale di base etica di comportamento collegato alla fede religiosa che ha oggi??
Secondo gli studiosi il passaggio di significato è legato a due motivazioni. Una è legata al ruolo femminile: tutti conoscono l’espressione conosciuta ovunque “è proprio bona” relativa ad una donna particolarmente attraente, sensuale e formosa e all’ immediato relativo richiamo sessuale.
Però già in questa frase è implicita e collegata l’idea di “bona” non solo come simbolo di fare sesso ma anche come quello di madre. Cioè si innesca subito un analogia atavica tra una donna “bona” per fare sesso con quello di “bona” come probabile adatta a fare figli e ad essere per loro una buona madre.
E’ il solito prepotente richiamo alla sopravvivenza e continuità della specie. La donna cerca un valido compagno e padre in grado di proteggere i futuri figli e l’uomo cerca una “bona” compagna e valida madre in gradi di partorire figli robusti e prendersene cura.
Quindi, per sintetizzare, una donna “bona” come organo sessuale probabilmente sarà una donna “bona” come madre . Di una donna fragile nel concepimento e nell’ allevamento dei figli od addirittura sterile non si dirà mai che è “una buona madre”.
Stessa valenza si ritrova anche in campo maschile. Atavicamente l’uomo forte, robusto, indomito dotato di un buon “pene” “sarà probabilmente un ”buon” compagno di sesso e un “buon” padre per i suoi figli. Quindi un “uomo benigno”, pronto a concedersi sessualmente a “favorire” il godimento della compagna sarà anche “benigno” “favorevole” “ buono” con i propri figli
A testimonianza di questa realtà ci sono vari altri termini come il greco “agathos”(buono) con la variante “a-gasos” termini che indicano bontà associata a forza, potenza, virilità.
Altro termine greco che richiama questi significati è “khasios”(buono) da cui si è originato il lemma “cassio” facilmente accostabile alla voce “cazzo”
Da qui è poi nato anche il senso morale di natura astratta di “buono” in senso ontologico e gnoseologico che ritrae l’uomo, detentore responsabile della propria libertà e delle proprie azioni nel contesto sociale.
Cioè l’uomo è moralmente “buono” se compie le sue azioni nel rispetto delle leggi fondamentali della vita umana che comporta di amare il prossimo con un impegno e modo simile a quello Divino. Ed essendo in epoche antiche spesso associato il concetto di Dio a quello della “Grande Madre” o “Madre Universale” amare il prossimo come le madri ”amano i figli”
Fra i vari ceppi degno di nota è quello dell’antica e nobile famiglia Del Bene diffusasi nei secoli in varie regioni italiane : Liguria,Toscana, Campania, Puglia .
Altro ceppo nobile quello della famiglia Bene in Firenze che si spostò poi a Verona.
Etimologia stupidaria
La mia ipotesi sostiene e conferma quella esaminata relativa ad una origine sessuale. Tant’ è vero che la mia ipotesi traccia un origine comune ed univoca ai termini “bene” e “pene”.
Infatti alla base del cognome il soprannome attribuito ad un capostipite di nome Pino arcinoto per le incredibili dimensioni del suo organo sessuale.
Ovvio che la cosa attirasse perlomeno la curiosità e l’interesse di una certa parte delle donne della città (pare Firenze) in cui viveva .
Ovvio anche il fatto che un certo numero di queste signore abbiano voluto conoscere Pino diciamo un pò più a fondo, forse “molto ” più a fondo e che una buona parte abbia voluto esperimentare dal vivo la “buona” qualità del materiale .
Nei salotti le voci correvano in fretta, chi aveva avuto il coraggio della prova sul campo parlava di un esperienza strabiliante, magnifica, al di sopra delle più rosee aspettative. L’amplesso con Pino era qualcosa di formidabile. Pino faceva l’amore, grazie al suo “pene” davvero molto “bene”.