Presenze in Italia del Cognome Finocchio
Ci sono circa 385 Finocchio in Italia. (Sito Cognomix.it)
123 Abruzzo 8 Molise 109 Sicilia 8 Campania 40 Lazio 7 Toscana 21 Lombardia 7 Umbria 18 Puglia 3 Veneto 17 Liguria 2 Emilia- Romagna 10 Piemonte 2 Friuli V. G. 9 Marche 1 Sardegna
Ci sono circa 520 Finocchi in Italia. (sito Cognomix. it)
165 Toscana 7 Liguria 148 Lazio 6 Veneto 71 Marche 4 Puglia 36 Umbria 4 Sardegna 35 Abruzzo 3 Piemonte 21 Lombardia 3 Campania 15 Emilia- Romagna 2 Trentino A. A.
Varianti: Fenocchio, Fenoglio
Alterati e derivati: Finocchietti, Fenoglietto, Finocchiaro
Finocchio, come si vede dalla ricerca cognomix, è tipico dell’Abbruzzo ed abbastanza diffuso anche in Sicilia, Finocchi invece è soprattutto presente nell’Italia centrale (Toscana, Lazio, Marche), Finocchietti ha un piccolo ceppo a Genova e nel genovese, nel livornese e nella provincia Romana, Fenoglio è tipicamente piemontese mentre Finocchiaro è Siciliano.
Alla base ci sono gli antichi soprannomi Finocchio e Finocchiaro già molto comuni nel XII secolo di cui abbiamo esempi a Genova nel 1160 con un certo Feniculus, a Bari nel 1182 con Fenuculus, A Torino nel 1363 con Fenoglus. Un Finocchius è documentato a Firenze nel 1260, ma bisogna dire che tracce di questo cognome le troviamo già a Lucca, nei primi del ‘300, con un Notaio, certo Ser Finocchio Martini.
Origine etimologica e genealogica
Probabilmente, come ritengono la maggior parte degli studiosi, le origini etimologiche sono varie, attribuiti ai capostipiti con motivazioni e significati diversi, con successivi intrecci e collegamenti verificatesi nel tempo.
Una delle ipotesi è l’attribuzione del soprannome a qualche personaggio che si era distinto, magari per qualche fatto specifico, probabilmente in qualche battaglia, per la sua incredibile acutezza visiva, “fino- occhio” da cui appunto “Finocchio“magari anche con un collegamento al fatto che il finocchio era da sempre considerato molto valido nella cura degli occhi.
Quasi sicura un altra origine è quella di toponimi legati a località particolarmente ricca di finocchi selvatici ed anche di mestieri come quello del coltivatore e commerciante di questa verdura.
Però la motivazione principale della discreta presenza nella penisola del cognome e delle sue varianti è quasi sicuramente legata al senso apotropaico e alla valenza simbolica acquisita nel tempo dal finocchio e soprattutto in epoca medievale, quando la credenza popolare gli attribuiva il potere di tenere distanti le forze negative come il malocchio e veniva usato come vero e proprio amuleto per proteggere la famiglia e la casa.
D’altronde già nelle civiltà antiche come quella greca per esempio si riteneva che il finocchio fosse un potente antidoto nella morsicatura dei serpenti velenosi ed era anche considerato simbolo della fertilità infatti era l’emblema dei culti in onore di Dionisio.
Questo collegamento col tema della fertilità era sentito anche dai romani, il termine latino che designava la pianta era “foeniculum“, diminutivo di “foenum“, fieno che sulla base di un’ antica radice indoeuropea “dhe” signica succhiare i latte, l’acqua, il nutrimento in generale, in associazione con la parola della stessa famiglia “fetus” cioè il feto, il neonato e quindi la “nuova vita”, per questo nelle antiche manifestazioni religiose rappresentava l’idea di rinascita in senso metaforico, “nuova vita spirituale”
Inoltre i romani lo consideravano anche un simbolo della forza tant’è vero che i gladiatori, nella loro alimentazione, ne consumavano parecchio allo scopo di accrescere la propria forza fisica e lo usavano anche come corona intorno al capo. Ovvio quindi che tutti questi valori simbolici positivi abbiano dato incremento alla nascita di vari soprannomi ad essi collegati.
Ma come è noto il vocabolo “finocchio” ha anche valenze negative, una di queste è quella che indica persone inaffidabili, abituate alla truffa e all’imbroglio, modo di comportarsi sintetizzato nel termine “infinocchiare” con appunto il significato di raggirare, imbrogliare.
La parola nasce dalla proprietà della pianta di confondere con il suo intenso sapore(datogli dall’anetolo) il senso del gusto e quindi di nascondere i cattivi sapori, soprattutto il sentore di aceto presente nel vino di scarsa qualità, (magari anche allungato con acqua o mal conservato) per cui veniva utilizzato un tempo, dagli osti, per rifilare ai propri avventori vino inacidito, servendogli prima degli antipasti a base di finocchio che gli alteravano il senso del gusto impedendogli di accorgersi del “raggiro” e del bidone che gli veniva furbamente rifilato.
Altra valenza negativa nota a tutti è quella in campo sessuale dove il termine sta ad indicare un uomo poco virile, con atteggiamenti prettamente femminili e spiccate tendenze omosessuali ,”finocchio” è in questo contesto quindi “l’omosessuale“.
In quanto alle motivazioni dell’uso del termine finocchio in questa accezione le tesi sono due, secondo alcuni studiosi l’associazione nasce nel Medioevo, epoca in cui gli omosessuali erano considerati alla stregua degli eretici e degli impuri per cui, se scoperti, venivano messi al rogo appunto in segno di purificazione, pare fosse consuetudine, prima di dare il via a questa impietosa condanna, di cospargere i malcapitati di erbe aromatiche soprattutto il finocchio, in grado con il suo intenso profumo di mitigare l’odore della carne bruciata, da quest’usanza quindi sarebbe nata l’origine del termine.
Questa tesi però è messa sempre più in discussione dalla maggior parte degli esperti che fanno notare come non esistano documentazioni relative a questo utilizzo della pianta anche per quel che riguarda i roghi di streghe ed eretici e quindi come sia improbabile un utilizzo di fasci di finocchio solamente per i roghi di omosessuali. Secondo loro il termine nasce per indicare una persona, un individuo di scarso valore, che non vale nulla e successivamente in contesto sessuale, in senso più restrittivo e specifico “uomo spregevole, che si dedica a pratiche erotiche spregevoli””omosessuale appunto”
Questa connotazione di “scarso valore”deriva quasi sicuramente dall’uso dei semi di finocchio per aromatizzare le carni e soprattutto la salsiccia, il seme di finocchio infatti non aveva alcun valore economico, soprattutto se paragonato con le preziose e costosissime spezie orientali. A sostegno della tesi basta citare l’uso ancora attuale in Toscana dell’espressione: “essere come il finocchio nella salsiccia” nel significato di “valere nulla“. Inoltre questo significato di “finocchio” come “individuo infido, di scarso valore” è anche documentato in un apocrifo dantesco del XIV sec
>E quei, ch’io non credeva esser finocchi, [traditori]
ma veri amici, e prossimi, già sono
venuti contra me con lancie, e stocchi<
Etimologia Stupidaria
Il cognome sembra sia nato per una strana forma di gelosia ed invidia, unita ad un profondo sentimento di solitudine e mancanza di una famiglia, che aveva colpito un vecchio falegname abruzzese che dopo aver conosciuto la storia del burattino trasformato in bambino, stanco di vivere da solo, volle costruirsi un proprio burattino.
Sembra che lo abbia, in ricordo ed analogia con il nome Pinocchio battezzato appunto “Finocchio”