Presenze in Italia
Secondo il sito di Pagine Bianche ci sono 22 presenze del cognome Galera in Italia
Calabria 14 Campania 4 Lazio 2 Trentino Alto Adige 1 Lombardia 1
Fra mariti: “Cosa vuoi mai, il mio matrimonio è diventato una galera“”Beh, allora cosa dovrei dire io che la Galera l’ho sposata nel vero senso della parola“.
Il cognome è tipicamente spagnolo, è associato al suo significato generale d’ imbarcazione (quella di “carcere”è una dipendente) che nel quinto e sesto secolo soppiantò completamente gli altri termini come “Triremis“) in tutto il Mediterraneo e ha un origine toponomastica come sostenuto anche dal Dizionario dei Cognomi Spagnoli.
Infatti molti sono i toponimi sparsi nella penisola iberica, paesi col nome Galera si trovano in Granada, in Terragona, in Almeria nella Murcia. In Italia abbiamo una punta Galera in Sardegna. Ma se quasi tutti gli studiosi concordano su questa tesi ben più complicata e controversa è la discussione sull’ origine etimologica del termine.
Origine etimologica di Galera
Alcuni studiosi propendono per una derivazione dalla voce araba “chali- chalion“(specie di grossa nave) con forse una connessione al lemma “calathus” (cesta) da cui deriva “chalatia” (tinozza) che richiama appunto l’idea di nave. Da queste radici deriva il termine “calaria” (nave per trasportare il legno) collegato al greco “kalon“che oltre al significato di legno ha anche quello appunto di nave.
Qui sorge un ulteriore discussione tra alcuni esperti che sostengono tortuoso e quindi improbabile un percorso di trasformazione da “calaria” a “galera“e coloro che invece la ritengono più che possibile portando a sostegno della loro affermazione quella che è la tipica consuetudine medievale di sostituire la “c” proto- latina con la “g” del latino- medio come ad esempio i casi di Caius, Caia, Cneus trasformati in Gaius, Gaia, Gneus.
D’altronde un tempo in Spagna si definiva “calero“qualsiasi tipo di naviglio militare in grado come peso e stazza di entrare e navigare nelle “cale“senza rischiare di urtare scogli o d’ insabbiarsi sul fondo, d’altronde il verbo “calarse”oltre al significato d’immergersi ha anche quello appunto d’ introdursi.
Comunque la maggior parte degli etimologisti continuano ad essere scettici su questa derivazione, secondo loro invece alla base ci sarebbero le voci greche “γαλέη”, da cui il latino” galee“(donnola), “γαλέoς” da cui “galeos” (squalo) con l’intenzionalità di ricordarne la forma snella ed affusolata.
Con lo stesso senso anche “galeotos” (pescespada) che spiega da sè il termine spagnolo “galeotta“per descrivere una nave armata caratterizzata da un rostro situato a prua (utilizzato nella fase di arrembaggio per agganciare o speronare le navi assalite) e “galeon“per indicare un bastimento.
Qualcuno vede anche la possibilità di una derivazione dal greco “gaylos” (vaso concavo) e dal suo derivato “gaylida” (secchia)con qualche connessione con “gaylon” (cavità) anche in questo caso per associazione con la forma e le caratteristiche della nave.
Altri propongono come base la radice ebraica “gal” col significato di “onda marina” poco plausibile in quanto difficile e non documentato il passaggio dall’ebraico al latino.
Suggestiva l’ipotesi di una derivazione dalla voce greca “gale“da cui il latino medievale “galilaea” ed il relativo francese “galerie“nel suo significato di esedra o portico di una chiesa, vestibolo con sedili ed in senso lato con valenza di loggiato, passaggio coperto lungo e stretto che richiama nuovamente l’idea generale della nave.
Ma non basta, alcuni esperti propongono un collegamento con la voce latina “galérus” , un copricapo usato nella Roma antica sia dai contadini che dai guerrieri e dai sacerdoti flamini, fatto generalmente di cuoio e a forma di calotta con di nuovo questo richiamo alla forma della nave.
A dimostrazione di quanto sia diffuso e radicato il termine in Spagna bisogna aggiungere che “galera“è anche il nome di un mezzo di trasporto terrestre. Si tratta di una specie di carretta a due o quattro ruote generalmente coperta da un telone e trainata da muli caratterizzata dal fatto di avere come fondo una rete di corda. Su di questa venivano posizionati i pacchi e i bauli da trasportare sui quali veniva successivamente posizionato un materasso su cui potevano sedere o coricarsi le persone trasportate.
Il materasso offriva ovviamente un misero isolamento dagli spigoli e rilievi delle merci sottostanti per cui il tragitto era una vera e propria penitenza. Per questo qualcuno, forse con un pochino di audacia vorrebbe far risalire il significato di “galera“nella sua valenza di carcere appunto al nome di questo rustico mezzo di trasporto.
Però i più ritengono che questo significato con valore di prigione del termine “galera“derivi dalla condizione, nota a tutti, che le navi si muovevano grazie al faticosissimo ed ingrato lavoro dei manovratori di remi delle galee ( o galere).
Questi individui, generalmente colpevoli di delitti capitali e comunque sempre condannati all’ergastolo, vennero chiamati “galeotti” per il fatto di essere condannati a vivere incatenati ai remi di una “galera“. Il termine è poi passato ad indicare sia il luogo di detenzione che la condizione della pena di reclusione.
Per concludere il cognome Galera come già evidenziato è di origine toponomastica giunto in Italia dalla Spagna ma non si possono escludere ceppi legati ai vari significati del termine, come attività e lavori particolari svolti su una galera (marinaio, nostromo ecc ecc) o in un carcere (guardiano, carceriere ect.) od anche come possessore e trasportatore di una galera terrestre
Curiosità
Esiste anche un tipo di salume Il “Cotechino in galera“: La curiosa definizione in galera è dovuta alla tipica fetta larga e sottile di manzo con cui si riveste il cotechino già cotto e privato del budello.
Etimologia Stupidaria
Da “balera“ associato a “ballo di gala” per tipica costruzione medievale da “balera e gala” è nata la voce “galalera“da cui per successiva riduzione fonetica popolare “galera“