Cognome Pellicano: Cognomi italiani particolari
Notizie generali
- Ci sono 1043 famiglie Pellicano in Italia (Sito Cognomix. it).
- 469 in Calabria, 113 in Lombardia, 98 in Lazio, 63 in Puglia, 55 in Piemonte, 44 in Campania, 21 in Liguria, 37 in Sicilia, 33 in Emilia- Romagna, 33 in Liguria, 25 in Toscana, 16 in Veneto, 13 in Abruzzo, 13 in Friuli V. G., 9 in Valle d’ Aosta, 7 in Sardegna, 6 in Trentino A. A., 5 nelle Marche, 5 in Umbria, 2 in Basilicata
- Ci sono 179 famiglie Pellicani in Italia (Sito Cognomix. it).
- 82 in Puglia, 30 in Lombardia, 8 in Lazio, 8 in Liguria, 8 in Piemonte, 7 in Toscana, 7 in Friuli V. G., 6 in Veneto, 6 in Sicilia, 6 in Emilia- Romagna, 5 in Umbria, 2 in Marche, 2 in Sardegna, 1 in Campania, 1 in Trentino A. A.,
Pellicano: Origine e significato del cognome
Italianizzazione del latino “pelicanus” dal greco “pelekan” per alcuni collegato alla voce “pelekys” e sscr “paracu” col significato di scure ricordata e richiamata come forma dal suo becco.
Non tutti gli esperti concordano su questa tesi, infatti alcuni propongono un origine anche se di difficile determinazione etimologica, basata su un presunto collegamento con una radice sscr “palitas” da cui le voci greche “pelos, pelios, pellos, polios” col significato di grigio chiaro, cinereo ma anche di pallido, di bianco slavato da cui sarebbe derivato il lemma “peleia” per indicare la colomba ed altri uccelli simili.
Comunque, come già detto, questa seconda ipotesi non convince la maggioranza degli addetti ai lavori che considerano più probabile e convincente un origine dall’etimo “pelek- pelekus” (scure, ascia) e quindi alla forma tipica del becco ed anche alla particolarità collegata al suo uso, cioè becco a forma ed usato come un ascia (tipico del picchio).
Ma il picchio verde nel greco antico era chiamato “pelekas“, etimo con cui si classificavano un pò tutti gli uccelli “tuffatori” cioè di quella specie che cattura il pesce per nutrirsi tuffando il becco nell’acqua, appunto come una scure che fende l’aria per penetrare poi nel legno. Alcuni esempi di questi uccelli sono lo smergo, il garganello, la spatola, il cormorano ect ect.
Bisogna inoltre dire che per esempio il cormorano ed il pellicano sono parenti così stretti da essere quasi considerati come lo stesso animale e che, in antichità, certe suddivisioni e differenziazioni nelle specie non si conoscevano per cui era comune etichettare, con una stesso termine, diversi tipi di uccelli dalle caratteristiche simili più evidenti come, nel caso specifico, la forma e grandezza del becco legata alla sua utilità ed uso nella pesca.
Questa costruzione è sicuramente confermata da un altra associazione di termini e precisamente quella tra l’uccello “smergo- mergo” dal latino “mergere” (tuffare) denominato anche “marangone, cormorano, svasso” ed il termine “marangone” che indica quei carpentieri e mastri d’ascia che si tuffavano in acqua per la riparazione delle chiglie.
Entrambi infatti oltre all’analogia di comportamento legata al tuffarsi hanno anche una base comune nel lemma”marra”, appunto ad indicare nel caso dell’uccello un becco a forma di scure e nel caso dei falegnami navali l’ascia usata nel loro lavoro.
Resta comunque difficile stabilire la relazione tra l’etimo e la sua attribuzione come soprannome da cui sarebbe poi derivato il cognome. Una appunto legata al “Pelekan” come uccello marino forse dovuta a caratteristiche fisiche (un mento molto pronunciato) o caratteriali(tipo un pescatore solitario) o al suo modo di pescare.
Un altra potrebbe derivare da una variazione popolare o trascrittiva del nome Pelacane/ i. Possibile anche soprannome attribuito al capostipite in quanto “pubblicanus” cioè un agente delle tasse.
Da non escludere un toponimo essendo in grecia “Pelekanos” oltre che un cognome anche il nome di un comune che sorge nelle vicinanze di Creta.
La diffusione abbastanza discreta del cognome potrebbe anche essere stata favorita dalla sua valenza simbolica ed allegorica dell’estremo sacrificio di Cristo con la morte sulla croce. Infatti Il Pellicano spesso, per nutrire i suoi piccoli, fa ricorso con il becco alle prede catturate e riposte nella sua sacca compiendo un movimento singolare simile al beccarsi il ventre.
Per secoli sopravvisse la credenza che l’uccello, in assenza di prede, nutrisse la prole con il suo stesso corpo beccandosi appunto il petto, un offerta quindi di carne e sangue analoga a quella di Gesù diventando così simbolo di carità, d’ amore per i propri figli e nella tradizione iconografica cristiana, della passione di Cristo.
In questo contesto si ritrova raffigurato in affreschi, quadri e vetrate di edifici religiosi. Anche San Tommaso d’Aquino, in un suo noto inno a Gesù Cristo, lo cita come “Pellicano della Misericordia” e lo prega ” Purificami col tuo Preziosissimo Sangue“….
La presenza massiccia del cognome in Calabria che si evidenzia nella ricerca Cognomix è legata alla presenza della nota e ricca famiglia Pellicano di Reggio Calabria, elevata a nobiltà nel XVI sec., con capostipite Pietro Pellicano da cui si diramarono 3 ceppi: I Pellicano Castagna, I Pellicano Spina e i Pellicano Barletta.
Uno dei personaggi più noti e che fece più discutere i benpensanti dell’epoca fu Clelia Romano Pellicano, avanguardista del movimento femminile per la parità di diritti della donna e nota scrittrice con lo pseudonimo di Jane Gray.
Etimologia Stupidaria
Da un soprannome dato ai capostipiti, abili cacciatori ed altrettanto abili commercianti di pelli: da “pelli in mano” prima per abbreviazione aferetica di comodità “Pellimano” ed in seguito per cambio consonante, probabilmente legato anche alla presenza al fianco di qualche cacciatore, di un cane diventato famoso per la sua leggendaria abilità nello scovare le prede “Pellicano“appunto.