Ci avviciniamo già ai due anni dalla morte di Don Andrea Gallo (22 Maggio 2013) ed il rischio è sempre il medesimo, non uso la parola dimenticare perchè certe persone non si possono dimenticare ma, come sempre succede in casi come questi, quando si spegne la fiamma diventa difficile mantenere le braci accese in modo che non diventino cenere.
Per carità le testimonianze da lui lasciate in testi scritti, video- conferenze, interviste sono molteplici ma proprio per questo è necessario di tanto in tanto tirarle fuori, spolverarle e riproporle in modo che il suo bellissimo, costante, umanissimo messaggio ricalcato sul Vangelo del Cristo non si assopisca nemmeno minimamente.
Forse mai come prima in questi ultimi 30 anni avremmo bisogno delle parole e del forte richiamo di persone come lui, siamo ad una deriva culturale e sociale preoccupante dove quei poveri, emarginati, quegli “ultimi” tanto cari e presenti nella filosofia squisitamente cristiana di Don Andrea mai hanno rischiato come ora il rifiuto e l’abbandono.
Io ho avuto la fortuna di sentire parlare Don Gallo in occasione della sua conferenza tenuta ad Acqui Terme il 28 Gennaio 2011, dove ho avuto la conferma, d’altronde scontata, della sua forza intellettuale e della sua intima, profonda fedeltà al messaggio di Gesù Cristo. Ripropongo di seguito quel brevissimo commento che avevo scritto per l’occasione:
Don Andrea Gallo non ha certo bisogno di presentazioni, quasi tutti conoscono questo “prete da marciapiede” come lui stesso si definisce, un prete vero, anarchico, discusso, amato per la straordinaria autenticità, per la forza e la coerenza con cui ha raccolto e fatto suo il messaggio evangelico. Un prete schierato per vocazione sempre ed ogni costo con il più debole.
Venerdi 28 Gennaio 2011 sono andato a sentirlo in conferenza, ad Acqui Terme e nonostante lo conoscessi già abbastanza bene tramite le molte interviste lette e vari video guardati sono rimasto comunque sorpreso.
Arrivava da Milano dove aveva partecipato alla manifestazione della Fiom: “Sono 42 ore che non dormo” ha affermato al suo arrivo.
Incredibile, il viaggio da Genova a Milano, la manifestazione in Piazza del Duomo, il viaggio da Milano ad Acqui, 42 ore di veglia, chi poteva immaginare tanta prorompente energia in quell’uomo di ben 82 anni di età e dal fisico minuto.
Don Gallo parla, racconta, affascina, emoziona, un fiume di parole senza seguire un filo logico e per questo ancora più coinvolgente, pensieri, aneddoti, opinioni, citazioni, il tono di voce sommesso che segna lunghi momenti si trasforma improvvisamente in acuti tonanti ed imperiosi.
Don Gallo racconta la sua congenita scelta di restare accanto agli ultimi, i suoi dissensi con rappresentanti di una chiesa che comunque ama e a cui sente di appartenere, sviscera con intelligente ironia e grande cultura le sue posizioni spesso contrarie a quelle dei suoi superiori su temi quali il testamento biologico, l’aborto, la liberalizzazione delle droghe, l’accoglienza agli immigrati.
Racconta delle sue tante amicizie tra cui con Vasco Rossi, Piero Pelù e soprattutto Fabrizio De Andrè, della sua poesia, del sua ricerca e proclamazione di amore, del cardinal Bertone con cui aveva frequentato le stesse scuole universitarie: “Ma dimmi un pò, abbiamo frequentato la stessa facoltà ed io ero molto più bravo negli esami, com’è che tu sei diventato una delle maggiori autorità ecclesiastiche ed io sono rimasto un povero prete?? “
Ma soprattutto Don Gallo parla di amore, quello stesso amore declinato da Gesù Cristo: “ama il prossimo tuo come te stesso”, parla del dolore che prova quando la sua chiesa non si schiera con lui dalla parte dell’oppresso: “Ebbi fame e mi avete dato da mangiare, ebbi sete e mi daste da bere, fui pellegrino e mi albergaste”,
Parla della missione basilare della chiesa e dei suoi uomini, richiamandosi ancora una volta al messaggio evangelico: “io sono venuto per servire, non per essere servito”
E alla fine della sua lunghissima, emozionante conferenza ancora parla di amore esortando tutti i presenti a diventarne attivi interpreti e conclude con un messaggio di fiducia e speranza :”Mi dicono che abbiamo raggiunto il fondo, che non c’è più un futuro per l’umanità, io credo che fino a quando vedrò tante belle persone giovani radunate insieme così, finchè tante persone come stasera si raccolgono per parlare di queste cose un futuro c’è ancora e come”
Grazie don Andrea