La bicicletta :Una grande passione
Introduzione: Aldo, un amico
Che non vedevo Aldo erano più di 10 d’anni, aveva lasciato il paesello circa 25 anni fa dopo aver conosciuto Laura, una ragazza di Roma in vacanza estiva a Bubbio, ancora adesso a 43 anni è una donna stupenda, per cui potete immaginare come era a quei tempi, oltre ad essere davvero una bella ragazza era anche molto simpatica e cordiale con tutti.
A fargli il filo ci avevamo provato, con scarso successo un pò tutti ma lei non dava spazio che ad una allegra amicizia, poi è arrivato Aldo per l’appunto, classico colpo di fulmine, sempre insieme per un mese poi fine della vacanza. Il ritorno di lei a Roma, il dolore del distacco, pena e struggimento, tormentone indicibile per noi amici, depressione, qualche sbornia euforica, di nuovo depressione.
Poi una sabato sera l’incredibile notizia”Ho trovato un lavoro a Roma, parto lunedi mattina“. Dopo 6 mesi erano già sposati.
Eravamo molto amici, l’essere cresciuti insieme, una congenita affinità mentale, l’aver frequentato le stesse amicizie, l’aver diviso tantissime esperienze più o meno positive ci aveva molto legati
La sua partenza era stato dapprima un dolore secco che si è poi trasformato nel tempo in una sorta di sensazione di vuoto, di mancanza.
Ci siamo poi incontrati, in questi anni, quattro volte, due brevi rimpatriate di lui al paese, due volte a Roma dove io ero sceso per salutare anche i miei zii che vivono là da 60 anni, poi per una serie di circostanze non siamo più riusciti ad incrociare le nostre strade.
Poi la sua scoperta su internet dell’apertura del nostro piccolo affittacamere qui a Bubbio è stata la molla che lo ha fatto decidere di realizzare, mi diceva, il desiderio, che aveva da tempo, di rifare un salto su, da qui l’idea di concedersi una vacanza di qualche giorno usufruendo della nostra struttura.
E’una settimana che, compatibilmente con i soliti miei quotidiani impegni, cerchiamo di condividere più tempo possibile. Anche per questo, quando sabato sera, ho annunciato la mia intenzione di fare, il giorno dopo, un breve giro in bici Aldo dopo una pausa tra il dubbioso e l’assorto mi ha proposto di seguirmi
“Però,…..quasi quasi….se hai una bici in più provo a seguirti– Magnifico, ma sei allenato?– Come no, credo siano passati 20 anni dall’ultima volta che ci sono salito sopra- Ma, allora sai cosa significa?– non è per demotivarti ma da queste parti non ci sono percorsi senza salite, e lì senza allenamento è dura– Posso immaginare, ma se a te non dispiace rallentare il passo ed aspettarmi sui tratti più duri ho prova voglia di provare- Per me nessun problema, d’accordo, però poi non venirmi poi a dire che non ti avevo avvisato”
La “Passeggiata” in Bicicletta
Cosi l’indomani, in prima mattinata, ci siamo ritrovati per quello che ogni amante della bici sa, è la prima condizione imprescindibile prima di un qualsiasi percorso ciclistico, la colazione. La conversazione tra una fetta biscottata e l’altra ovviamente verte sui dettagli del nostro itinerario. Aldo per fortuna non è molto alto, e una vecchia(in ottime condizioni) Bianchi telaio 52 sembra fatta su misura.
I primi 15 km da Bubbio a Montechiaro, del tutto pianeggianti, servono, per prima cosa, ad Aldo per prendere confidenza con la bici, i freni, il cambio, la sella e con il territorio che ad ogni chilometro riporta alla mente un ricordo “….E’ proprio qui che quella volta– Ma guarda, non in quella casa li che viveva “, risata “Non me lo ricordavo più, è quello l’albero dove ”
Arrivati a Montechiaro, chiedo ad Aldo come vanno le gambe, “Insomma credevo peggio– No, ti ho fatto la domanda anche perchè qui possiamo decidere fra due diversi percorsi, uno più facile verso Montechiaro Alto con una salita alla media del 6% e uno un po più difficile che ci porterebbe nella zona tra Roccaverano e Serole, una delle più selvagge e quindi delle più belle zone delle langhe “Cosa intendi precisamente per più difficile? “
Voglia di rivincita
Nooo…., proprio nel momento in cui sto rispondendo che forse la salita è troppo dura, mi sovviene il ricordo prepotente di tutte quelle tante volte che, in ambito sportivo, avevo dovuto cedere alla superiorità fisica dell’amico e scatta in me, improvviso il desiderio e l’idea di rifarmi, di concedermi finalmente una rivincita con cui dimostrare “che non è più come una volta”
So che la stradina, di cui sto parlando, che passa per la frazione Garbaoli è molto dura, tutta in salita, con una pendenza media del 10%, senza tratti di riposo e con pezzi al 13/15%, insomma 8-9 km davvero impegnativi.
Sento una parte di me rispondergli “Niente di trascendentale, qualche tratto duro ma molto breve, poi la facciamo con estrema calma, e sono solo all’incirca 7 km, certo che per te senza allenamento!! “Ho gettato li la frase con noncuranza puntando tutto sul ricordo di come Aldo davanti alla minima “provocazione” non si tirava mai indietro”
Difatti “Va be, se dici che sono corti, però mi aspetti e ci fermiamo ogni volta che sarò in difficoltà” Come no, il diavoletto ciclistico ha ormai preso il sopravvento, mi da sotto, mi incalza, ancora una volta mi ribadisce subdolo le tante volte che Aldo, bravo in tutti gli sport mi aveva battuto in gioventù, sogghigna “dai, per una volta tanto, prenditi una rivincita- Mettilo in difficoltà- fai vedere quanto sei bravo”
Ma poi, alla prima rampa, quando sento Aldo esclamare un pò disperato “Per la miseria, sarà mica tutta così?” il sentimento dell’amicizia riemerge con prepotenza scacciando in un attimo il malefico diavoletto, “Bè è parecchio tempo che non la faccio, non ricordo bene potrebbe essere più dura del previsto, torniamo indietro e facciamo l’altra più facile- ma no, dai oramai siamo qui, andiamo piano a sufficienza e ci fermiamo”
E cosi facciamo, saliamo a passo d’uomo, 5- 6 km orari, riusciamo anche a chiacchierare. “Se vuoi possiamo aumentare un pò” sento dire da Aldo” “O.K. se hai problemi mi avvisi” 7-8 Km orari, siamo nella zona centrale del percorso 12-13%, ogni tanto mi volto per sincerarmi delle condizioni di Aldo, è lì, incollato alla mia ruota
Quando si dice “Te la sei cercata”
“Se vuoi possiamo aumentare ancora un pochino” lo sento dire. ” Eh no, adesso provochi!” “Questo è un dejavu di quando mi dicevi “cosa fai lumaca?” E poi qualunque ciclista che ami “considerarsi tale” sa che questa frase ripetuta più di una volta suona come una vera e propria sfida.
Qualsiasi ciclista con un minimo di amor proprio sa che è già di per sè molto difficile accettare di essere seguito su di una salita del genere con facilità da un novizio, da uno senza allenamento, e allora a cosa sarebbero servite tutte la salite fatte, quei fiumi di sudore, quei dolori alle gambe, quel digrignare di denti, quegli allenamenti strappati agli impegni se poi non puoi dimostrare innanzitutto a te stesso quanto siano serviti.
E poi tutta quella fatica non ti da forse il sacrosanto diritto di esibire il tuo “invidiabile” stato di forma, ed ecco riemergere il diavoletto: “hai sentito? vuole che tu aumenti, accontentalo no??” 8 -9 km orari, fai 500 metri, ti volti, lui è lì, 1o-11 km orari, fai 500 metri, ti volti sicuro di avergli rifilato un distacco almeno della metà, ma come ? lui è lì incollato. “Ca…….adesso basta, l’hai voluto te, o.k. senza pietà ”
Parti a testa bassa , facendo appello a tutto quello che hai e forse anche a qualcosa di più, ai colleghi amanti del ciclismo non ho sicuramente bisogno di spiegare cosa significa, 13/ 14 km orari, pedalo e non mi volto, sono in un bagno di sudore, non ho il coraggio di controllare le pulsazioni sul cardiofrequenzimetro, il cuore mi martella in testa, i polmoni annaspano alla ricerca di qualcosa che non gli posso più dare, ma non mollo, pedalo e non mi volto “Lo aspetterò in cima” faccio così un paio di chilometri ed è allora che precipito nella disperazione totale.
Un ciclista mi supera con estrema facilità,…… “ma e questo da dove salta fuori, eravamo soli sulla strada, da dove arriva costui? ma chi cavolo è questo pazzo– No, non è possibile, ditemi che è solo un incubo, ma è Aldo, ma è proprio Aldo, si è Aldo, lo riconosco in mezzo a quella foschia ed annebbiamento in cui sono immerso, anche la bici, ma sì è la mia Bianchi, ma no forse sto sognando, forse ho le traveggole, no è lui, è proprio lui”
Cerco di aumentare ancora con la forza della disperazione ma sono perfettamente consapevole che non mi è possibile ed è in quel momento che come un lampo nella notte, come l’accendersi improvviso di una lampadina, ricordo la proverbiale, vecchia, famosa abitudine dell’amico allo scherzo e al lazzo, ricordo improvvisamente a mitraglia una serie di gag, scherzi, specie di candid-camera organizzate a iosa dall’amico. Intanto già non lo vedo più, nemmeno nei tornanti visibili più in alto.
Lo raggiungo in cima, per fortuna mi sono fermato un minuto ad asciugarmi, pulire il volto e gli occhiali, lui non sembra molto affaticato “Mai più andato in bici eh?? ma va fa un , brutto ” “Giuro, non ti ho mentito, è la sacrosanta verità, solo ho dimenticato di dirti che mediamente faccio 1o/11000 km in MTB all’anno”
“Ma va fa” Si, gran bella rivincita