Non è che il progresso tecnologico-informatico stia rapidamente creando un essere umano disumano ?
Spero che Michela Tetto, opinionista del Corriere mi perdoni se prendo in prestito queste due righe da un suo articolo ma sono davvero perfette come spunto iniziale “Un pipistrello che un giorno riesce a catturare una grossa preda, potrebbe in un altro essere meno fortunato; decide quindi di dividerla con un altro pipistrello, garantendosi di fatto di non rimanere senza cibo il giorno in cui non avrà la stessa fortuna poiché ci sarà un altro pipistrello che ricambierà il favore“.
Ora immaginiamo di sostituire ai due pipistrelli (poverini) due esseri umani, siamo ancora sicuri che quel “garantendosi” dato prima per scontato abbia ancora lo stesso valore al momento della prova? No, affatto, dipenderà dal tipo di individui che “usiamo”, se saranno (e ce ne sono sempre meno) uomini di parola.
E dipenderà se, nel loro vocabolario, sono ancora presenti termini come onore e sincerità e correttezza, insomma “etica” e anche in questo caso ci saranno altri elementi da valutare: “La tua preda non era più piccola della mia?- Guarda che la mia è una qualità più pregiata per cui devi aggiungere una compensazione- la tua era più facile da colpire, vuoi mettere con la mia ?“e via di questo passo.
Questo è l’essere umano, il rappresentante tipico della “razza superiore” dominatrice del mondo per stessa volontà di un Dio o semplicemente per destino e diritto acquisito, noi andiamo a spasso per il mondo celebrando e proclamando in continuazione questa nostra sovranità su tutte le altre specie.
Ci vantiamo orgogliosi e trionfanti della misura del nostro cervello e non ci rendiamo conto che invece rischiamo tutti i giorni di farne una distorsione, un tarlo, un gene malato, così “disumani” da viaggiare ad un livello molto più bestiale di ogni altra razza di quegli animali che riteniamo “inferiori”.
Le caratteristiche che ci distinguono dagli animali sono molte ma quella forse più discostante è la nostra capacità di odiare gratuitamente e la ferocia con cui possiamo arrivare a praticarlo.
La vita è una lotta per la sopravvivenza, il più forte s’impone sul più debole ma nessun’ animale uccide come noi per il gusto di uccidere, nessuno di loro gode come noi ad uccidere per il puro gusto di uccidere, per odio, per causare volontariamente sofferenza.
Tutta la storia che abbiamo alle spalle ci ricorda che punto di aberrazione e spietatezza siamo capaci di raggiungere quando diamo spazio e totale libertà alla nostra “disumanità”. Guerre, stragi, genocidi e quant’altro hanno segnato il nostra passaggio ovunque senza, a quanto sembra, insegnarci niente.
E nella nostra attuale società l’antitesi è ancora più stridente, da una parte abbiamo raggiunto livelli di conoscenza scientifica e padronanza della tecnica impensabili solo 10 anni fa e dall’altra parte si assiste ad un progressivo degrado umano e culturale.
Si vive una una specie di follia collettiva del possesso, del successo della realizzazione economica che ci separa dalla nostra essenziale sfera spirituale ed emotiva e anche se in modo confuso e nebuloso ci sprofonda nella solitudine e nella disperazione.
Oramai tutti i giorni si apprende dai giornali e dalla televisione dell’ennesimo uxoricidio o addirittura strage di famiglia, non fanno neanche più notizia droga, baby-gang, suicidi, atti di violenza efferata di ogni tipo, tutti assistono impassibili e distaccati per poi correre su Facebook e gli altri Social a rifugiarsi nella propria torre virtuale.
Una specie di fuga dalla realtà disumana che ci spaventa per entrare in quella irreale, virtuale fatta di reciproca amicizia e comprensione, di partecipazione emotiva e solidarietà scandita da cuoricini, stelline, fiorellini, “mi piace” e pollicioni rivolti verso l’alto in un atmosfera densa di un buonismo spesso surreale e spesso motivato da sublimi sentimenti che nascondono penosi egoismi, e una crescente pericolosa maleducazione
Il tema di fondo si può riassumere con pochi versi della canzone “Inneres Auge” di Franco Battiato :
Che cosa possono le leggi
dove regna soltanto il denaro?
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Questa è una società dove comanda il danaro, proiettata in un futuro dove comanderà sempre di più, dove senza denaro non si “esisterà” più, non si avrà nemmeno più assistenza medica, non si potrà avere una vecchiaia minimamente dignitosa, sopravviverà solo chi ha soldi con i quali comprarsi servizi e beni.
La società è già così, tutto questa celebrazione e proclamazione dei valori fondanti di un umanità basati sull’etica morale e sul senso di giustizia che gira in rete quasi dappertutto, diventerà sempre più sterile e fine a se stessa.
Una situazione assurda in quanto vanificata e derisa dalla vita reale e pratica, fatta dagli schematismi imposti dal denaro, dall’esigenza stessa della sopravvivenza legata ad averne a sufficienza.
L’uomo si affeziona ed ama il cavallo con il quale viaggia, ma in circostanza avverse, prima di morire di fame, lo sacrifica per cibarsene. Questo è quello che stiamo facendo della nostra “umanità”: un sacrificio più o meno sofferto e consapevole per assicurarci la sopravvivenza
L’altra grande illusione di questa nuova “disumanità” è quella di poter cavalcare insieme le due linee, quella orizzontale e quella verticale, vera utopia, un compromesso improbabile. Essendo in antitesi l’una nega a priori l’altra. La ricerca della materia impedisce quella dello spirito.
E non si tratta di compiere l’impossibile cioè prescindere dalla nostra carnalità ma di scegliere su quale via inoltrare il nostro passo con la chiara coscienza di questo vicendevole annullamento.
Ovvio che camminare in orizzontale, con i piedi appoggiati sul suolo, nella nostra istintiva e naturale posizione, sia molto più comodo, facile e decisamente meno impegnativo di quello in verticale che comporta fatiche estreme.
La bellissima canzone di Battiato lo ribadisce senza dubbio:
con le palpebre chiuse
s’intravede un chiarore che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore.
Quindi rimane uno spiraglio dove può passare un pò di luce, una speranza che, chissa?, forse è la medesima del Dio che ci ha creati,la speranza suggestiva che l’umanità abbia una sorta di risveglio collettivo dal torpore , tipo una folgorazione come quella sulla via di Damasco, una specie di colossale flash illuminante che la porti ad indietreggiare lungo la via orizzontale per intraprendere davvero in modo fattivo e pratico quella più faticosa ma enormemente più appagante della via verticale.
La caratteristica più appariscente sta appunto in questo aspetto utopico e difficilmente realizzabile della “scelta collettiva”. Il paradosso è appunto che l’essere umano preso nel sua individualità od anche in associazioni e comunità di pochi individui è ben cosciente del suo profondo bisogno spirituale che cerca effettivamente di realizzare con un comportamento coerente.
Il singolo si fa carico dell’esistenza dell’altro di cui rispetta il suo stesso anelito di libertà e giustizia, agisce di conseguenza con impegno nel sociale, con opere di bene, con volontariato ed attività intraprese a difesa e tutela dell’etica di pensiero ed azione, con promozione e diffusione di questa testimonianza di “umanità” Della stessa cosa si può dire delle molte associazioni e comunità che hanno alla base queste motivazioni.
In fondo questa affermazione trova riscontro proprio nel grande successo dei Social e della comunicazione in rete. E’ come se l’individuo non trovando la possibilità di realizzare questa sua intrinseca esigenza emotiva e spirituale cerchi di trovarla e renderla fruibile sulla rete. Questo testimonia di come la linea verticale tratteggiata da Battiato sia tutt’altro che spenta ma più che mai sentita come l’unica in grado di dare un senso completo alla nostra vita
Ma se è così perché nella realtà sociale e nella vita globale diventa così terribilmente difficile realizzarla. I motivi sono tanti, il divario gigantesco tra occidente ed oriente, gli errori e le storpiature delle tante religioni e dei loro rappresentanti,rancori vecchi e nuovi, la globalizzazione e tante altre ancora.
Ma il vero motivo, l’alimento di tutte questi negativi aspetti è adesso come in passato il denaro come potere, il denaro che ha innescato, alimentato nei secoli questa spirale di ” disumanità”.
Ed alimentandola si è nel tempo, alimentato, diventando sempre più grande, più potente , più dominatore, è riuscito a penetrare ed invischiare con la sua rete di corruzione, di interessi personali, di inquinamenti e sotterfugi ogni aspetto della Società.
E’ riuscito a far entrare, a sistemare nei luoghi strategici di controllo i suoi accoliti. ma la cosa che più inquieta è che il denaro sta sempre più assumendo dei precisi connotati, è cresciuto così tanto da ritagliarsi una sua identità, una sua personale autonomia, non ha più bisogno di dipendenti, riesce ad autogestirsi, cresce cioè da solo in quanto si alimenta della cieca fedeltà di quelli che lo adorano, si nutre della venerazione insensibile dei suoi seguaci.
Una sorta di nuova divinità al di sopra di tutto e tutti, insensibile a qualsiasi voce “umana” che vive unicamente solo per se stesso, se si vuole ammettere l’esistenza del Diavolo, Il denaro è la sua luce, il suo tramite, il suo esecutore, il Nagini di Voldemort.