Presenze in Italia del Cognome Larva
Ci sono 5 Larva in Italia di cui 3 in Puglia e 2 in Lombardia (sito Cognomix. it)
Essere definito una “larva” d’uomo non è sicuramente piacevole, però il termine di per sè non ha sempre valenza negativa
Dovrebbe derivare dal termine latino larva (spettro, fantasma, mostro) usato anche raramente come nome in epoca medioevale forse attribuito ad un capostipite per il suo aspetto emanciato e trasandato o forse come connotazione per la sua pochezza morale e spirituale, è anche possibile un collegamento con una sua attività legata in qualche modo al mondo delle maschere e della magia
Base Etimologica
Infatti etimologicamente alla base del termine “larva” vi è l’antica voce “arua“col significato di pelle, cuoio dal celtico “larrua” legato al fatto che un tempo le prime maschere a sostituire quelle di scorza d’albero fossero di cuoio (Fonte Etimo. it)
Secondo però studi recenti più approfonditi l’origine pare legata alla radice “dark“(mostro) dalla radice “darc“(vedere) assimilabile, con il cambio fonetico della “d“in“l“a”lark“da cui”larc-va, larva”col valore di “mostrarsi, rivelarsi, apparire”
Con questa valenza è intesa anche la larva nelle scienze naturali come stato intermedio, la maschera indossata da verme per celare la vera natura d’insetto.
Presso i Romani il termine veniva usato per indicare uno spettro terrificante a forma di scheletro (nudis ossibus) nella quale ritenevano si celasse l’anima di un malvagio condannato a non avere pace e a vagare per il mondo tormentando vivi e morti. Con la stessa valenza si indicavano anche gli spiriti di coloro deceduti per morte violenta, rimasti privi di sepoltura, col termine “larva”si identificavano gli spettri di questi morti .
Altra usanza romana ereditata dai greci era quello di tenere nei banchetti uno scheletro artificiale detto appunto “larva” a memoria dell’incertezza della vita e come incentivo ad assaporare a fondo il momento di festa. Alcuni nello stesso senso vedono la possibilità di una derivazione dal semitico “laah” (essere travagliato) e “ruahh“(anima, spettro)
Comunque il termine prima di Carlo Linneo e della sua classificazione significava appunto uno spettro, uno spirito tribolato ma anche una condizione patologica, uno stato di malattia o prostrazione psichica e fisica, e in questo senso ha ancora valenza attuale nell’espressione come “ridursi ad una larva” nel senso di stremarsi, emaciarsi ma oggigiorno l’identificazione di “larva” con spettro è ingiustamente limitativa ed un pò fuorviante.
In realtà il termine non evoca nulla di terrificante e di ostile ma piuttosto un sentimento di pietà e di comprensione ed anche di aspettativa come un idea che sta maturando, la speranza di un possibile rapporto umano, l’embrione di un progetto.
Uno stato larvale è anche un tramite, uno stato di mezzo fra condizioni diverse come fra il mondo dei vivi e dei morti, un ponte che assicura il passaggio fra l’uno e l’altro, il superamento della morte stessa attraverso uno stato instabile, l’impossibilità di fissarsi in un aspetto definitivo, l’apparizione diafana e confusa di un momento trascorso, di un ricordo, di una persona quindi in qualche modo la garanzia di una certa continuità
Etimologia Stupidaria
Larva forse da “lava” con aggiunta rafforzativa della consonante “r“, più probabile da “malva“per tipico cambio fonetico di consonante, nel caso specifico la “m” con la “l“, infatti etimologicamente il nome“malva“deriva dal latino “mollire Alvum“col significato di rendere molle associabile al terminie greco “malachè” (lumaca)riferito alle sue proprietà emollienti come la bava, questo senso del molle e dell’inconsistente richiama appunto quello della forma e stato larvale per cui per associazione di idea “larva“appunto da “malva“