Presenze del cognome Tedesco in Italia
Ci sono circa 5109 famiglie Tedesco in Italia (Sito Cognomix. it)
1016 Campania 641 Puglia 495 Calabria 493 Lombardia 465 Lazio 454 Sicilia 338 Veneto 336 Piemonte 191 Friuli V. G. 164 Basilicata 141 Emilia- Romagna 128 Toscana 123 Liguria 24 Umbria 24 Marche 18 Sardegna 17 Abruzzo 17 Valle d’Aosta 15 Trentino A. A. 9 Molise
Varianti: Tedeschi, Tedisco, Todeschi, Todesco, Todesca, Toechi, Toesca, Todisco, Tudisco.
Alterati e derivati: Tedeschini, Todeschini, Todeschino, Todeschin, Todescan, Todescato.
Base etimologica
L’etimologia della parola tedesco risale al medioevo, quando in Germania, insieme alla lingua ufficiale, il latino, si parlava una lingua popolare chiamata “theodisce” che significa, appunto “del popolo“, da cui ebbe origine il termine “deusch” in Germania.
Quindi mentre il latino era la lingua delle caste nobili, dei saggi, dei monaci, insomma di tutte le classi privilegiate e più abbienti i tedeschi (die deutschen) era coloro che parlavano la lingua del popolo.
Infatti la parola ha alla base l’etnico germanico “theudisk- theodisk”, in tedesco appunto “deutsch” costruito aggiungendo al lemma “theuda“(popolo) il suffisso “isk” che sta per “del” quindi (del popolo, popolano). In pratica il germanico “diutisk” diventato poi “deutsch” è stato latinizzato in “Teutescum- Theosdicus” (con tutte le molte varianti) e poi italianizzato in “Tedesco”.
La prima attestazione del termine “theodiscus” si trova nella relazione di un vescovo carolingio inviata al Papa relativa alle conclusioni di un sinodo, svoltosi nel 786 nella Marca britannica, che erano state lette sia in latino che nella lingua volgare (theodisce) in modo da permetterne la comprensione a tutti.
Anche se è etimologicamente sbagliato o perlomeno impreciso confondere il termine “tedesco” con “teutonico” che delineava quella popolazione che verso il 600 a. C. , proveniente dall’Asia occupò la terra che i Romani chiamarono Germania e Batavia (attuali Germania ed Olanda) fatto sta che, nel tempo, i due lemmi assunsero la stessa valenza.
Comunque già gli scrittori romani iniziarono ad usare l’ aggettivo “teutonicus” come sinonimo di “germanicus“, abitudine che si consolidò poi definitivamente con gli scrittori latini.
Successivamente la conoscienza più approfondita di queste genti e del loro carattere fiero, duro, combattivo conferì al termine teutonico anche la valenza di un modo di essere improntato appunto sull’inflessibilità e rigidezza intrinseche di quel popolo e di certe persone dal comportamento integerrimo.
Base genealogica
Molto diffuso nell’Italia meridionale (soprattutto Campania), Lazio e Lombardia, il cognome Tedesco ha la variante anche nel plurale Tedeschi, questi maggiormente diffuso in Emilia Romagna e Lombardia. Come si è visto é la cognominizzazione dell’etnico “Tedesco” appartenente alle popolazioni tedesche della Germania, documentato nella penisola italiana già nel XII sec. in varie forme latinizzate (Teudiskus, Todescus, Todiscchus, Taudesca, Tediscus ect).
La variante Todisco è presente soprattutto in Puglia e Campania, Tedisco nel Friuli Venezia Giulia,Todeschini è Lombardo- Veneto, Tudisco è tipico della Sicilia. Todesco è veneto, Toeschi molto raro, è tipico del Piemonte.
Famiglie Nobili
Famiglie di alto lignaggio si ebbero soprattutto in Sicilia con un Tedesco Cau, cavaliere teutonico che ebbe la nomina da Enrico VI di educatore di fiducia alla corte di Federico II di Svevia.
I suoi discendenti ebbero incarichi di alto livello, Riccardo ebbe, sempre da Enrico VI, la signoria dei castelli di Palermo e San Basilio, Aldebrando divenne Castellano di Castellammare del Golfo, lo stesso Cau ebbe il castellanato di Mazzara, Nicolò divenne nel 1434 arcivescovo di Palermo e pochi anni dopo fu nominato Cardinale.
Parallelamente a Catania allargava la sua influenza il ramo con il cognome Tedeschi il cui capostipite.
I suoi discendenti preso il cognome di Tedeschi appartennero all’alta nobiltà in Catania e Messina, diventando nel contempo proprietari di numerosi feudi (Arbiato, Santissima Annunziata, Bruca e Crisciunà , Castel d’Osimo, Fiumefreddo, Ramione, Toscano e Mandrile, Villallegra , Villarmosa ed altri).
Lo stemma del casato Tedesco era di colore rosso, riportava come immagine due spade d’argento gigliate e sovrapposte, con una fascia sempre in argento che le attraversava.
Etimologia Stupidaria
Solo poche decine di anni fa essere un trovatello accolto in qualche famiglia era ancora un fatto normalissimo. Qui in Piemonte la consuetudine era legata a due fattori, uno l’opera e la perorazione che la Chiesa svolgeva presso la famiglie contadine per convincerle appunto a prendere in casa qualcuno dei numerosissimi trovatelli accumulatosi a partire dal XIX Secolo nei tanti orfanotrofi italiani. La seconda il fatto che avere in casa un trovatello assicurava un piccolo sussidio statale e soprattutto reperire mano d’opera a basso costo.
Questo non escludeva comunque che in generale l’adozione aveva una sincera motivazione umanitaria e cristiana e come base un autentico gesto d’amore.
Infatti in molti casi, come è stato tante volte descritto dai trovatelli stessi, il bambino veniva accolto con amore e trattato alla stregua dei fratelli della famiglia.
Ma veniamo al dunque, uno dei nomi più usati e diffusi nel periodo di cui si parla era, in onore e come testimonianza di fede nel noto Santo omonimo Francesco. Il nome veniva poi il più delle volte cambiato in forme aferitiche ed abbreviazioni dialettali tra cui la più diffusa appunto nella tradizione contadina piemontese era “Cesco“.
Un altra abitudine non meno diffusa abitudine di rivolgersi a qualcuno anteponendo al cognome o al nome la particella “tu“( “te” in dialetto) per cui, nel parlare comune della gente, si sentiva a destra e a manca continui richiami del tipo: “Te, Sandro,..Te Giuani,..Te Bruno ect ect ” e sovente “Te Cesco“…
Siccome”Te Cesco” era quello che più ricordava il suono un pò duro e la rigida cadenza della lingua tedesca divenne di uso popolare chiamare così tutti i trovatelli stranieri, non italiani ed in primis quelli di sicura o presunta provenienza tedesca per cui da “Te Cesco” prima “tecesco” trasformato poi rapidamente per aumentarne il suono graffiante in “tedesco”.