Verdecanna: Cognome Rarissimo
Non ci sono documentazioni storiche sulle origini di questo rarissimo Verdecanna che ha come caratteristica principale di base evidente un significato di augurio, speranza e di auspicato rinnovamento. Basta infatti, a sostegno dell’affermazione, fare una piccola analisi dei due termini che compongono il cognome cioè “verde” e “canna”.
Verde può avere due diverse origini, una ovvia basata sul sostantivo “verde” come colore e l’altra che sia una forma italianizzata per betacismo (sostituzione della B con la V) del personale germanico Bert che significa letteralmente splendente, illustre.
D’altronde il “verde“ è il colore dell’attesa e della speranza, simbolo di giovinezza.
Da Osiride a Mercurio è fonte di movimento e rinnovamento e segno della rinascita delle stagioni e della vita vegetale in Primavera, dopo il torpore dell’Inverno, è il colore sacro nell’Islam, simbolo del paradiso (in persiano”giardino”).
Per i Buddisti, il verde è il simbolo stesso della vita, nello spettro di luce è il colore centrale, equidistante dal colore rosso (caldo) e viola (freddo) e quindi il più equilibrato e rilassante.
Ma verde significa anche intelligenza, lungimiranza, equilibrio e quindi forza e costanza (Minerva ha gli occhi verdi).
La “canna” è associata al culto dell’acqua, è, soprattutto in epoca romanica, simbolo di sacralità. Apuleio, nella sua opera”Metamorfosi“, nella favola che descrive il tormentato idillio tra Amore e Psiche, affida proprio ad una canna il compito di salvaguardare la sacralità delle acque “Oh Psiche, afflitta da tante pene, non profanare queste sacre acqua con la tua morte miseranda……..“.
Esempio classico di questa sacralità della canna è la città di Sarno dove il culto delle acque si raffigura nella benefica divinizzazione del fiume, disegnato nelle antiche rappresentazioni pittoriche, rinvenute negli scavi di Pompei, sempre con l’attributo della verde canna sacra.
Dalla canna si ricava il flauto che i dervisci suonano nel samâ, l’oratorio spirituale accompagnato da danze, la suggestiva magia della musica del flauto è universale, basta pensare alla leggenda che lo vuole nato dalla saliva di Maometto o al flauto inseparabile strumento del Dio Pan.
Una sacralità ribadita anche nel cristianesimo, una canna è lo scettro improvvisato dato a Gesù in segno di derisione dai suoi torturatori, la spugna imbevuta di aceto con cui gli vengono bagnate le labbra sulla croce è fissata ad una canna, in associazione appunto con il verde diventa simbolo di vitalità, la fronda, il ramo di ulivo, la palma verde sono da sempre considerati simboli di vittoria, di rigenerazione e speranza (Gesù è la radice e la sua vita è la linfa che passa a ravvivare tutti i rami).
Quindi “Verdecanna” è la probabile cognominizzazione di qualche soprannome dato a qualche bambino con significato sia di gratitudine, per la nascita, che sacro- augurale, appunto come emblema rigenerazione e rinnovamento. Più remota la possibilità di un soprannome legato alla coltivazione della canna o la posizione dell’abitazione in un luogo o territorio ricco di questa coltura
Curiosità
Verdecanna è anche il nome di un Antico vitigno di uva bianca coltivato nella zona del Tigullio (GE)