Becchino, un cognome scomodo: introduzione
Una di queste sere mi sono trovato nella sala di attesa del dentista con un altro signore, già presente al mio arrivo. Io sono un tipo, per congenita timidezza, molto schivo, lui no, così ci siamo messi a parlare, cinque parole io, cinquanta lui, il tu è stato quasi immediato, un tipo comunque simpatico, all’apparenza schietto e sincero.
Mi ha spiegato di essersi occupato per anni di consulenza del lavoro nel settore pubblico e anche come incaricato delle assunzioni presso una ditta privata.
Ovviamente siamo finiti a parlare di lavoro, gli ho brevemente raccontato la mia storia, i miei 30 anni come caporeparto di un attrezzeria metalmeccanica, il mio licenziamento.
Mi è venuto naturale fargli la domanda che mi stava a cuore:”Scusa se approfitto della tua esperienza, io sono da due anni iscritto alle liste di collocamento, pur considerando il fattore negativo della mia età anagrafica, pensavo che la mia lunga e qualificata esperienza di lavoro mi desse qualche chance e aprisse qualche porta, invece niente, nemmeno un offerta?” .
“Strano” ribatte lui “Bisognerebbe dare un occhiata al curriculum“.
Sarà puerile ma dal giorno del licenziamento lo porto sempre con me, glielo sporgo “Adesso capisco, ma scusa!!….. Con quel cognome!! “Ma dai, davvero pensi?…….Pazzesco, non è che porto sfiga, tutti i miei amici mi considerano una specie di talismano” .
“D’accordo ma mica puoi scriverlo nella lettera di presentazione, dai retta a me scrivi Bettino poi al momento opportuno dirai che è stato un errore di battuta……..”.
Un cognome pesante in eredità. Conseguenze
In linea di massima gran parte di quelli che leggeranno questo articolo avrà un cognome “normale”, uno di quelli che suonano bene, che si portano addosso con disinvoltura, anzi quasi come un monile, un accessorio elegante.
Uno di quei cognomi che sono facili da pronunciare quando l’ennesimo impiegato di qualsiasi ufficio pubblico vi chiede appunto le vostre generalità, e voi gli sciorinate, con una sorta di ricercata e studiata noncuranza, i vostri elegantissimi sostantivi, ma immaginatevi, per un attimo, di avere invece uno di quei cognomi “strani” tipo, che sò: Merda, Troia, Moccafighe e via di questo passo.
Avreste la stessa tranquilla sicurezza nel pronunciarlo e nel renderlo pubblico??. Ovviamente non sto dicendo che questi particolari cognomi debbano essere motivo di vergogna, anzi io che rappresento appunto uno di questi casi , ho portato sempre il mio cognome con orgoglio e difeso ad oltranza da qualsiasi tipo di attacco.
Infatti non ho mai nemmeno preso in considerazione il consiglio di conoscenti di rivolgermi alle competenti autorità per la variazione, anche perchè mi sembrerebbe un abiura nei confronti di mio padre e dei miei antenati.
E’ altrettanto vero però che spesso, soprattutto nell’infanzia, mi ha dato qualche problema a causa di scherzi, prese in giro, allusioni più o meno velate da compagni ignoranti e aggressivi.
Ma veniamo al dunque, io di cognome faccio Becchino (no, anche voi? no vi prego, non fate come tanti che a sentirlo pronunciare ricorrono un pò impacciati e confusi a tutta quella seria di gesti scaramantici che fa parte della nostra tradizione, lasciate stare le parti intime, vi garantisco che non porto iella se non a me stesso, tant’è vero che tutti i miei amici mi considerano una specie di parafulmine).
Inoltre la ricerca etimologica che ho svolto dimostra con sicura documentazione che il cognome difficilmente è collegato al poco allegro lavoro degli addetti alle sepolture ma che deriva semplicemente dal nome Domenico all’incirca con questa trafila Domenico- Menico- Meco- Beco- Becon- Bechen- Bechin- Bechino- Becchino.
Questo non toglie che comunque l’associazione con il mestiere del beccamorto sia immediata e che il cognome resti un cognome “pesante” da portare in quanto volente o nolente condiziona e complica la vita in molti suoi aspetti ed occasioni.
Facciamo qualche esempio pratico che chiarisce il discorso: Vi chiedo cortesemente di tornare indietro con la memoria ai programmi televisivi trasmessi qualche anno fa, i più giovani magari no ma molti di voi ricorderanno fra gli altri un programma ai suoi tempi abbastanza famoso, il Costanzo show condotto appunto dal noto conduttore Maurizio Costanzo.
Dunque provate ad pensare che Maurizio si chiamasse di cognome Becchino come me, immaginatevi lo speaker annunciare ad alta voce “ecco a voi il Becchino show“, quale sarebbe stata la reazione dei telespettatori? Incredulità?, sorpresa?, ilarità?, probabilmente inizialmente avrebbe prevalso una certa curiosità con magari un decollo della la tanto agognata “audience” ma poi ironia e sarcasmo sarebbero diventati il life-motive di tutti i media.
Adesso torniamo al presente, siamo alla conosciutissima (che piaccia o meno) trasmissione televisiva Porta a Porta, al di là del tema trattato immaginiamo di seguire la discussione, ad un certo punto della serata uno degli invitati chiede cortesemente a Bruno Vespa “Chi deve ancora arrivare” e lui, tutto serio “il Becchino“, ehm non credo che i partecipanti saprebbero trattenere una risata o un commento sarcastico.
Il giorno dopo per pura combinazione partecipiamo alla “Parola”, Carlo Ponti ci presenta al pubblico:”dunque lei è il Becchino“, cosa ne dite, ovazione in sala??
Oppure immaginate un qualsiasi esponente di spicco della politica in parlamento “La parola al Becchino” o ad un intervista “Bene, sentiamo cosa ne pensa il Becchino”
Oppure un attore o un regista:”Vince con il film “L’ombra del cimitero” il Becchino– Miglior protagonista: il Becchino”
Quindi anche in situazioni più comuni e reali appunto come quelle che ho accennato nella prefazione legate al mondo del lavoro, è quasi ovvio che l’incaricato delle assunzioni di una qualsiasi ditta davanti alle due domande di lavoro con gli stessi requisiti, tocchi ferro e scarti quella del “Becchino”
Di esempi analoghi a questi potrei proporne a decine ma questi credo siano più che sufficienti a rappresentare il concetto che volevo far capire, cioè di come quante volte possa essere difficile da gestire un cognome “strano” come appunto è il mio.
Per carità, ripeto, adesso sono il primo a scherzarci sopra anche in famiglia e con gli amici ma davanti al sarcasmo becero e maleducato la prima reazione istintiva è ancora come da bambino quando non accettavo mai passivamente queste situazioni e reagivo con rabbia.
Ovviamente certe volte le soverchianti convergenze mi costringevano a subire e molte volte ho sofferto della medesima derisione verso amici che avevano come me un cognome strano e non la medesima capacità di reazione.
Per questo già da bambino proponevo alleanze, aggregazioni in gruppi solidali per essere più forti e avere più capacità di difesa e forse perchè le cose dell’infanzia restano più impresse questa specie di desiderio non mi ha mai del tutto abbandonato. Da questa premessa è nato “il club dei cognomi particolari”
Per concludere resto comunque come opinione personale contrario come ho già diverse volte affermato al cambio di cognome.
Primo perchè è quello ricevuto in eredità, portato da tutti gli avi (o perlomeno dai più diretti) quindi con una sua storia precisa, a volte lunga e anche affascinante in quanto spesso l’origine etimologica di base è molto diversa.
E’ documentato infatti che un cognome si costruisce attraverso un processo difficile e complicato di varianti a volte verbali popolari e dialettali, a volte causate da errori trascrittivi, copiativi o meno, processo in molti casi insondabile perlomeno confuso e di difficile interpretazione ma sempre interessante ed intrigante
Secondo, alla pronuncia del “cognome buffo” di turno un sorriso un pò ironico difficilmente trattenibile è comprensibile quando resta nell’ambito dell’ educazione così come per me è accettabile una battuta simpatica e canzonatoria in modo leggero e emotivamente coinvolgente
Di tutt’altro stampo il discorso quando invece il dileggio sfocia nella grossolanità e le relative battute nella maleducazione che comportano di conseguenza una nostra naturale reazione di chiusura e di difesa.
Ma se riusciamo ad impedire alla nostra immediata ed istintiva risposta alla provocazione di scendere al loro livello di maleducazione il gioco è fatto, il comportamento qualifica loro non noi così basterà o ignorali con un sorriso di distaccata compassione oppure con calma fargli notare che qualunque cognome altisonante portino quello che gli calza a pennello è “Stronzi” e stavolta non come “cognome”.