News Piemonte : Langhe-Monferrato- Langa Astigiana: Comune di Bubbio
Costruzione muro di sicurezza tratto fiume Bormida in Zona Giarone Bubbio(At)
L’evidente necessità ed urgenza di questo progetto, di cui si era già a lungo parlato dopo la tremenda alluvione del 1994 è stata purtroppo ribadita da quella più recente del 2016, non meno violenta e catastrofica di quella che l’aveva preceduta.
Ovviamente del progetto si è a lungo parlato fra gli abitanti del piccolo paese di Bubbio e soprattutto fra i diretti interessati cioè gli abitanti della regione Giarone che hanno vissuto e subito le conseguenze delle due alluvioni
Io ho raccolto le opinioni sentite in giro ed aggiunto il mio modesto ma obbiettivo parere in un precedente articolo
Lettera dal Comune
L’ultima novità è il recapito a casa di una lettera del Sindaco del Comune di Bubbio che considero abbastanza singolare
La singolarità scaturisce dall’impressione mia personale che priorità della lettera sembra essere una certa volontà del sindaco di mettersi spalle al muro in modo da poter affermare in qualsiasi momento davanti ad ogni tipo di eventuale accusa: “ma io avevo invitato tutti ad esprimere il loro parere in merito”
Ringrazio il Sindaco per la sua cortese premura ma faccio fatica a capire il vero senso di questo invito, o meglio a cosa servirebbe??
Non credo che il primo cittadino pretenda di farmi credere che andare da lui in privato o nella sede comunale ad esprimergli le mie titubanze, remore e dubbi possa davvero sortire un benchè minimo effetto pratico.
Sono quasi certo che mi starebbe a sentire con la cortesia, umana attenzione e magnanimità che contraddistingue il suo stile ma resterebbe tutto confinato lì.
Dato che la lettera stessa recita chiaramente “vista l’impossibilità dell’allargamento dell’alveo del fiume per i costi e per la mancanza di garanzie di sicurezza e quindi per la mancata autorizzazione” cosa resta da aggiungere?? Il concetto non mi pare lasci spazio a alcuna altra proposta od analisi sensata o meno che possa essere.
Quindi ripeto, la lettera mi lascia un pò perplesso, se al Sindaco e all’amministrazione comunale interessa davvero sentire e farsi carico delle opinioni dei cittadini interessati dall’alluvione non sarebbe più opportuna ed efficace una convocazione dei medesimi nella sala d’udienza comunale??
Scelta obbligata
Io voglio solo rimarcare e sottolineare un paio di concetti già affrontati nel primo articolo che hanno innanzitutto una valenza umana e civile. Sono uno dei pochi ad essere coinvolto dall’alluvione su entrambe le sponde del fiume, da una parte come abitazione, anche se per fortuna, essendo relativamente lontano dal corso d’acqua sono stato molto meno colpito di molti altri.
Per esempio nel 2016 solo sfiorato e contemporaneamente sul versante opposto con campi attualmente coltivati a noccioleto semidistrutti nel senso letterale della parola con danni morali ed economici pesantissimi
Anche in base e ricordo dell’entità dei danni subiti dai miei vicini, se mi si chiedesse “vuoi che ti salviamo la casa od i campi” è ovvia, banale e scontata la risposta “la casa”. Quindi come gìà chiaramente affermato nel precedente articolo ovvio che la priorità assoluta sia quella di mettere in sicurezza l’abitato e le realtà produttive presenti, in primis la Val Bormida S.p.a. che da lavoro a quasi un centinaio di unità
Questo però non deve sminuire assolutamente gli ingenti danni subiti dai campi coltivati sulla sponda opposta del fiume. Nel nostro specifico caso, a puro titolo d’esempio, quando è avvenuta l’alluvione del 2016 avevamo appena finito la preparazione dei terreni per trasformarli in noccioleti e solo per pura fortuna non avevamo ancora messo a dimora le piantine.
Comunque già solo la preparazione dei terreni comporta concimazione a base di letame e concime biologicamente ammesso, aratura profonda e fresatura. La soddisfazione di vedere i campi pronti all’impianto ripaga comunque dei tanti sacrifici
Dopo l’alluvione del tanto lavoro non è rimasto nulla, l’acqua ha scavato canyon pazzeschi, asportato intere parti, in altre zone ha lasciato sul terreno sabbia per 50 cm, pietrisco, ghiaia e ciotoli
Per ripristinarli stavolta non è bastato il trattore, ore ed ore di lavoro con ruspa e scavatore di terzisti, abbiamo dovuto convogliare e riempire i canyon, le fosse e le zone asportate la terra da altre parti dei campi e dopo averle bonificate dallo spesso manto di sabbia.
Continuiamo ancora oggi ad impegnarci in operazioni di spianatura e riporto ad ogni acquazzone. Difficile quantificare a pieno il danno ed il relativo elevatissimo costo economico per non parlare di quello lavorativo e soprattutto morale
Se il muro verrà realizzato tutta l’acqua che in caso di inondazione si scarica dalla parte della sponda della borgata Giarone sarà costretta a riversarsi su quei terreni(ovviamente non solo i nostri) di cui abbiamo appena parlato con danni a cui non oso nemmeno pensare.
Tutto questo per ribadire quel concetto fondamentale che ho accennato all’inizio del discorso: “Siamo davvero sicuri che il muro sia l’unica soluzione accettabile, siamo davvero sicuri che non esista un alternativa o perlomeno un compromesso capace di tutelare entrambe le parti, non è che per l’ennesima volta si guardi con un pò di tendenziosità a soddisfare gli interessi del più forte a scapito del debole?”
Possibile che certe asserzioni restino quasi sempre solo belle parole. Bisogna infatti ricordare che l’investitura Unesco conferita alle Langhe e al Monferrato ha fra le più importanti motivazioni il riconoscimento e premio all’impegno delle genti locali, in primis generazioni di lavoranti della terra che con la loro fatica, tenacia, costanza hanno dimostrato un amore encomiabile per il loro territorio, ambiente sociale, storia e tradizioni.
Bel premio davvero se ancora una volta vengono del tutto abbandonati dalle istituzioni pubbliche. Ritengo come minimo immorale, ingiusto, e di parte non prendere in considerazione con la dovuta sensibilità queste tematiche legate ai sacrifici ed alla costante fatica dei contadini locali quasi come se fossero, come in passato, cittadini di serie B
Inoltre come già detto precedentemente restando nel tema del marchio Unesco non è un controsenso la costruzione di un opera che avrà comunque un impatto ambientale anche se al momento difficile da valutare che è in aperta contraddizione con quella tutela e salvaguardia del territorio tanto declamata in ogni contesto pubblico
Altro punto è la validità o meno del progetto: Sicuramente i tecnici e i progettisti hanno una visione molto più completa, chiara, e motivata legata alla loro indiscussa professionalità di quella che possiamo avere noi profani per cui accoglieranno con un sorriso compiacente tutti i nostri dubbi.
Eppure è perlomeno inquietante che l’opinione generale vede quasi tutti quelli con cui ho parlato concordi su un aspetto. Sono tutti d’accordo sul fatto che la costruzione del muro offre un elevato grado di sicurezza sul contenimento del fiume in piena quando piove a monte della nostra zona, ma sono tutti altrettanto concordi che, in caso di acquazzoni violenti, le cosiddette bombe d’acqua che si verificassero in loco contemporaneamente alla piena del Bormida il deflusso delle acque pluviali riserva problematiche difficili da prevedere e calcolare.
Non è che ci sia il rischio di creare un effetto piscina con l’acqua piovana che non potendo più scaricarsi nel fiume per l’innalzamento di livello finisca per accumularsi all’interno del muro formando quindi una vera e propria piscina naturale dove tutti andiamo a mollo???
Ultimo punto su cui, noi incompetenti, concordiamo è che ci sembra strano che un opera colossale come l’innalzamento della strada (con tutti gli annessi e connessi che comporta) e la realizzazione del muro che per contenere la furia delle acque comporta una robustezza eccezionale venga a costare meno dell’allargamento dell’alveo fluviale.
Anche qui c’è la risposta dei tecnici che evidenziano l’altissimo costo dello smaltimento della terra (non riutilizzabile) ed il fatto che le nuove sponde realizzate non garantirebbero tenuta alla successive erosioni del fiume. Ma come sono stati estrapolati questi dati e costi?
E in quanto al fattore inquinamento, in caso di nuove piene della stessa portata di quelle subite nel 1994 e nel 2016, come già detto, la presenza della barriera costituita dal muro in cemento riverserebbe la violenza della massa d’acqua tutta sull’altra sponda con asportazione di intere zone di quella terra considerata “contaminata”.
Una sorta di “regalo” per le genti poste più a valle. Va già bene che dai vari controlli sembra che non sia poi tanto contaminata
Viste le circostanze non resta che confidare appunto sulla professionalità ed abilità dei tecnici, sulla loro serietà e capacità valutativa così come su quella delle istituzioni pubbliche responsabili ed infine sulla speranza.