Motivazioni alla base del Gruppo
Riguardo il mio cognome davvero particolare ho già parlato in altri articoli così come del gruppo che ho fondato, già da un pò di tempo, su facebook il “club dei cognomi particolari” che si prefigge di raccogliere tutti quelli che, possedendo come me un cognome particolare, vogliano iscriversi.
A richiesta di alcuni amici lettori collego le due “panzane” già scritte in precedenza in una unica nel vano tentativo di dargli anche una parvenza di senso e mitigarne la “folle stranezza”.
Scherzi(o verità) a parte, il motivo di base nasce dall’idea di come nella vita spesso bisogna coglierne certi aspetti con un pò di serena autoironia invece di drammatizzare e permettere a cose, in fin dei conti senza vera importanza, di farci del male.
E dico questo per esperienza diretta, conosco infatti un paio di amici che possiedono un cognome anche più bizzarro del mio(cosa non facile) che non vogliono far cambiare per una sorta di rispetto per i propri avi. Però non riuscendo a superare l’imbarazzo che gli reca hanno davvero dei grossi problemi di socializzazione.
E a nulla sono serviti i miei consigli di metterla sullo scherzo e addirittura di fare dei loro stranissimi cognomi un arma a doppio taglio ribaltando a specchio(cosa possibilissima)la situazione di disagio.
Così come non è servito spiegargli che i cognomi possono essere bizzarri appunto perchè privi di alcun significato mentre altre volte anche cognomi altisonanti nascondono una matrice ed origine ridicola.
In ultimo la cosa più importante: portare un cognome con un significato letterale negativo non significa assolutamente ricalcarne, come persona, il senso etimologico. Infatti, per esempio, portare il cognome Stronzo non significa affatto esserlo mentre però ci sono tantissimi stronzi con cognomi bellissimi.
Riunisco quindi i due spezzoni già pubblicati in un unica storia basata come si sa su cognomi rigorosamente reali tutti iscritti al “club dei cognomi strani”. Persone simpatiche che so dotate di ironia e umorismo e che quindi saranno contente di essere parte della storia (li evidenzierò scrivendoli in maiuscolo per facilitarne la visione)
Il condottiero VINCIGUERRA al termine della battaglia depose la sua SPADA, era MEZZANOTTE della vigilia di PASQUA e tutto era stato PERFETTO.
L’unica cosa strana la presenza di quel CORVO sulle MURA. DELLA MORTE che lo aveva sfiorato tante volte gli restavano vaghi TREMORI a fior di PELLE, la cassa dei QUATTRINI, precedentemente nascosta al bivio dei RUSCELLI, lo faceva sentire stranamente POTENTE.
Era un CAMPIONE, non si sentiva nemmeno STANCO ma sapeva di essere STRANIERO su quei TERRENI.
Doveva avvisare la famiglia dei BARONI, chiamò il suo SCHIAVO RUSSO dal nome LOBRUTTO, che da qualche anno era diventato GOBBO e un pò PUZZONE e gli diede un MESSAGGIO.
L’ordine era di inviarlo, con un PICCIONE, che amava chiamare PALADINO. Poi divise con lui quel che gli restava della PAGNOTTA e dell’unico companatico, un grosso CIPOLLONE e un pezzo di ZUCCA che gli dava l’impressione di mangiare della CARNEMOLLA.
Lo SCHIAVO RUSSO LOBRUTTO GOBBO E PUZZONE, non mangiava, si era sempre fidato ciecamente di lui, per cui non poteva immaginare il VELENO nel cibo che gli rendeva la BOCCANERA. Un SOTTILE velo di NEBBIA gli appannò un attimo la vista, poi guardò stupito il compagno a cui aveva dato tanto e si sentì persino un pò SANTO.
Per questo in fondo ebbè una FELICE MORTE e fu grato al suo SCHIAVO che improvvisatosi BECCHINO lo depose dolcemente nella sua TOMBA con su sopra una bella SANTACROCE
Lo Schiavo Russo Lobrutto si guardò intorno, nel FUMO della NEBBIA che si stava alzando. Spogliò con cura e riverenza il suo Signore ed indosso la sua LUCENTE CORRAZZA.
Un largo sorriso gli illuminò il volto, si sentiva GRANDE, per un attimo s’immaginò nei panni di un condottiero ROMANO dopo una vittoria.
Avrebbe voluto che lo vedesse quella BUFFONA di sua moglie che lo aveva sempre ritenuto una SCHIAPPA, un sognatore, un ABBRACCIAVENTO, “sei un CACCIALEPRE” gli diceva spesso “Almeno avessi continuato a fare il MANISCALCO”
Quante volte gli era venuta voglia di dare una SBERLA a quella GALLINA, una vera e propria GUASTADISEGNI, una SPRECACENERE nemmeno buona a fare LA SPESA e per di più una pessima cuoca buona solo a fare bollire i cavoli, per questo gli aveva affibbiato il soprannome di BUTTACAVOLI ”
E poi anche fisicamente non era davvero un granchè, MAGRA all’inverosimile, con quella TESTATONDA con quei peli, ad onor del vero POCHINTESTA e troppi nelle altre zone del corpo, una specie di MEZZASALMA con unica nota colorata e quindi in stridente contrasto quella sua BOCCADIFUOCO.
Cacciò via infastidito il pensiero della moglie, raccogliendo da terra la sua SPADAVECCHIA: “PENSABENE” si disse fra sè e sè, non devi fare errori, la vendetta della famiglia VINCIGUERRA e di tutti i BARONI sarebbe tremenda, implacabile.
Un brivido di FREDDO gli corse lungo la schiena, l’improvviso ululato di un LUPO gli suonò come un cattivo presagio, ricordò per un attimo quando il suo Signore nelle gare con le slitte gli gridava FRUSTALUPI, cosa che lui faceva con grande piacere, con un sentimento goduto di potenza, quasi come una sensazione di ORGASMO.
Adesso basta stupidi pensieri, inutile fare l’INGANNAMORTE, recuperò il suo RONZINO che non si era nemmeno allontanato nonostante tutto il FRACASSO precedente. Lo guardava con una strana espressione ASSENTE . “Mi devi portare lontano da qui in un posto sicuro” “Ohoh, dico a te vecchia VACCA”, “Ma, porca miseria, MISENTI??)Parlare col cavallo gli serviva a concentrarsi sul da farsi.
Sentì quello strano rumore lontano proprio mentre si stava legando i due CODINI in una unica treccia dietro il capo. Un rumore costante come un bastone che MARTELLA su del legno.
Un rumore che rapidamente cresceva e si delineava da dietro la ROCCA sull’angolo delle MURA, capì subito di cosa si trattava:”Cribbio, PIRATI.
Un escursione dei pirati che vivono nell’ARCIPELAGO, dalla parte opposta del lago” “Quella popolazione che tutti chiamano, non so perchè, degli “AMMAZZALORSO”” e dei “PASSACANTANDO” per quella loro stupida abitudine di marciare appunto cantando.
“Predoni senza scrupoli, terribilmente feroci e combattivi” “Via di qui, presto,via di qui prima che sia troppo tardi”